I debiti delle coop emiliane ripianati con i nostri soldi
- Written by Antonio Amorosi
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In Emilia Romagna i bilanci in rosso si trasformano in valore aggiunto e i debiti diventano voci in attivo. Soprattutto quando ci si occupa di «cultura» con cooperative indebitate con Legacoop. E i buchi si tappano con soldi pubblici. Accade a Bologna tra la fine del 2013 e l'inizio del 20l4. La Fondazione Ert (Emilia Romagna Teatro) acquisisce la cooperativa Nuova Scena di Bologna, il ramo d'azienda che gestisce il grande Teatro Arena del Sole. Da anni la cooperativa fa debiti nonostante il Comune metta a disposizione gratuitamente lo stabile, paghi le spese e nonostante riceva più di 1,5 milioni di euro di contributi pubblici annui. La cooperativa fallisce? No. Perché il Co mune e la Regione perfezionano un accordo con la Fondazione Teatro Ert, controllata anch'essa dalla Regione di Vasco Errani e dai Comuni di Modena, Rimini e Cesena (più altri minori). Tutticapitanati dal Pd, votano nei consigli a favore dell'operazione. ll Comune di Bologna versa 1,8 milioni di euro a Ert per salvare la coop Nuova Scena. E anche i consiglieri e il Movimento 5 Stelle di Bologna, Massimo Bugani e Marco Piazza, votano col Pd per destinare i fondi pubblici all'operazione di salvataggio. Ma perché proprio 1,8 milioni di euro? E perché il pubblico deve,accollarsi i debiti di un privato? Quasi nessuno si accorge delle anomalie. Fino a che non spunta un documento arrivato alla redazione di Libero: è l'analisi che fa decidere ad Ert, il 24 gennaio 2014, di acquistare la cooperativa Nuova Scena per 5,8 milioni di euro (5,1 netti + 700 mila euro di Tfr dei dipendenti), operazione coperta da risorse della Regione, del Comune di Bologna e da alcune fondazioni bancarie. Ma come può essere che un'azienda decotta che ha perdite così consistenti possa valere 5,1 milioni di euro? Nuova Scena ha debiti complessivi di 2,8
milioni di euro, tra cui 1,8 con Legacoop (a cui è associata). Chi ne ha stabilito il valore? Una perizia? Ce ne sono tre, tutte di parte e commissionate proprio dalla coop Nuova Scena e non da un organo terzo o da Ert. Le perizie sono del «mondo Coop»: Unipol Merchant Bank, Fi.Bo (finanziaria di Legacoop) e del direttore del Teatro dell'Elfo cooperativa di Milano, Fiorenzo Grassi con il commercialista Gabriele Calvalca. Attribuiscono a Nuova Scena un valore così alto da portare i suoi bilanci in attivo. Ma nel documento di Ert compare, come socio sostenitore, anche Legacoop con cui, appunto, Nuova Scena è indebitata per 1,8 milioni. Guarda caso proprio la somma che il Comune di Bologna versa a Ert per salvare Nuova Scena e che Legacoop può recuperare come riporta il documento: «1,8 milioni di euro condizionate al recupero del proprio credito nei confronti di Nuova Scena soc. coop».
Ma vista la singolarità dell'operazione sia l' 1,8 milioni di euro sborsati dal Comune di Bologna a Ert che i 5,8 milioni spesi per l'acquisizione di Nuova Scena potrebbero configurarsi come danno erariale. Ad esclusione dei grillim’ di Bologna le opposizioni si sono astenute dal voto o lo hanno contrastato come il consigliere di Ncd di Cesena, Riccardo Cappelli, che sentito da Libero minaccia di portare tutto alla Corte dei Conti: «Considerano le società partecipate come un bancomat»; stessa cosa farà il consigliere di Forza Italia di Bologna Lorenzo Tomassini.
«Difendete il teatro o non siete degni di questa cultura». intimò l'attore bolognese Vito, quando Nuova Scena era sull'orlo del fallimento. Ora grazie ai soldi pubblici non lo è più. E lo show può continuare.
fonte: Libero
Nella foto Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia Romagna dal 1999