Warning
  • JUser: :_load: Unable to load user with ID: 165
 facebook   Ita FlagUK flags
A+ A A-

La prova del delitto è nella canzone rap

  • Written by Isabella Villa
  • Published in Attualità

Proprio ascoltando quella canzone un giovane detective, Carlo Nunez, è riuscito a dare un nome, quello di Steward appunto,al presunto responsabile di un duplice delitto rimasto per anni irrisolto. La storia risale al 2007.
A Newport News, in Virginia, duegiovani, Brian Dean, 20 anni, e Christopher Horton, 16, vengono uccisi
davanti al portico della casa di quest’ultimo. Horton, raggiunto da colpi di.357alpetto,muore sulco lpo,Dean, colpito alla testa,cessa di vivere il giorno dopo in ospedale. Non ci sono sospetti, né tracce dell’arma. Nessun testimone diretto del delitto. Solo il fratello di Horton vede Christopher litigare
con Steward poco prima dell’omicidio Un caso irrisolto fino al 2011 quando il fascicolo viene riassegnato. La svolta per il detective Nunez arriva
proprio quando il fratello di Horton svela che Steward avrebbe raccontato gli omicidi in una canzone “Ride Out” pubblicata nella pagina My Space di TwainGottinel2009,quindidueanni dopoi fatti.Undettaglio fondamentale per Nunez. La canzone parla di testimoni che hanno assistito alla lite (il
fratellodiHorton) mentrenessuno ha visto il delitto commesso con una.357 SmithandWesson.Lafotografia della realtà.Partendo dalnomedi Steward, il detective scopre poi che il rapper e Norton erano membri di bande rivali che si contendevano il predominio di Newport News. Il 9 luglio del 2013 Steward,chesicontinuaaproclamare innocente, viene arrestato con l’accusa di duplice omicidio.Oggi il suo casoèuno della quarantin di procedimenti nei quali le canzoni “gangsta rap” hanno svolto un ruolofondamentale.Ilfenomenopreoccupa e non poco. Molti avvocati difensori denunciano che indipendentemente dal fatto che le canzoni rappresentino effettivamente una prova di colpevolezza, molto spesso vengono utilizzate per influenzare giudici e giurie, e trasformano le aule di tribunali in tanti set di film stile“Law&Order”.
«Sevuoiessereunrapperviolento, di quelli amati dalle gang, le tue canzoni devono per forza essere violente», ha sottolineato Charis Kubrin, professore di Criminologia all’università della California. Al contrario la polizia sostiene che in molti casi le canzoni rappresentano una confessione,
mentre più spesso vengo utilizzate per scoprire moventieoper tratteggiare il mondo che circonda determinati crimini. Anche nel caso di Philip Cheatham, spacciatore di droga e aspirante rapper, il testo di una sua canzone“ProveMeGuilty”, è stato determinate per l’accusa nell’attribuirgli l’omicidio di due donne e il tentato omicidio di una terza compiuti a ShawneeCounty, inKansas, nel2003.
«Non è una confessione, perché se analizzate la canzone io non dico mai di aver ucciso qualcuno», si difende Cheatham che rischia la pena capitale.
Ma la pubblica accusa nel processo Jacqie Spradlin, non la pensa come lui. Ecomunque a inchiodarlo c’è la testimonianza della terza donna, la sopravvisuta, che lo ha riconosciuto.
E poi c’è il caso di Vonte Skinner coinvolto in una sparatoria nel 2005.
La polizia trovò tredici pagine di canzoni violente nella sua auto scritte prima dello scontro a fuoco e che non facevano riferimento specifico alle vittime o a dettagli del crimine. Ma anche quelle sono state prodotte in aula contro l’imputato. In un’intervista rilasciata al carcere Steward ha sottolineato che le sue canzoni non devono essere prese alla lettera: «Io parlo per la gente che proviene da brutti posti.
Non parlo di me, ma di dove provengo». Ma molti procuratori sostengono che video e canzoni possono essere molto utili al fianco delle prove tradizionali anche se il loro produrle in aula rischia di creare un’ aura romantica intorno alla figura del rap.

fonte: Il Secolo XIX

Last modified onWednesday, 14 May 2014 00:53