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Londra, una processione e una raccolta fondi contro la chiusura dei club storici

Negli stessi giorni in cui il Berghain ha ottenuto da un tribunale di Berlino uno status privilegiato per la sua cultura di musica techno, Londra subisce invece un destino ben diverso. Negli ultimi otto anni la capitale inglese ha perso il 50 per cento dei suoi nightclub e di recente ha chiuso anche il Fabric, dopo che alcune morti dovute ad abuso di droga nel locale hanno convinto il comune del quartiere di Islington a revocare la licenza.

Nel weekend il club ha raccolto più di 140 mila sterline in donazioni per intraprendere un’azione legale contro la chiusura. Il fondo #saveourculture aiuterà il locale anche a pagare lo staff mentre si aspetta una decisione. «Pensate che la cultura dei giovani e la musica siano una parte essenziale della vita? Capite l’importanza di ottenere spazi sicuri e ben gestiti per incontrarsi ed esprimersi? Sapete quanto ha già sofferto Londra e che cosa c’è in ballo se non si fa niente? Se la risposta è sì, unitevi alla lotta per salvare la nostra cultura», si legge sul sito della campagna.

Nella capitale britannica è stata organizzata anche una processione per protestare contro la chiusura di vari club: oltre al Fabric, si parla del Passing Clouds, the 100 Club, the Silver Bullet, Shapes, the Passage, 12 Bar e Fabric. A mezzanotte c’è stata la chiusura anticipata di altri trenta locali per protestare contro la situazione dei club.

L’ultimo a rischiare la chiusura è il Passing Clouds, che ha subito lo sfratto ed è stato descritto come una «piattaforma unica per i musicisti e gli artisti di più di cento Paesi, oltre che uno dei migliori esempi di armonia e multiculturalità nel Regno Unito». 

Idea Grafica di Giorgio Papallo.