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Annullato Sensation Italia

A causa di aumenti imprevisti delle imposte applicabili a Sensation rispetto allo scorso anno, Sensation International B.V. e Mistica Music Srl sono costretti a cancellare Sensation ltalia Innerspace, previsto il 18 aprile all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna).

L’Agenzia delle Entrate Italiana e la SIAE hanno ricategorizzato Sensation nella sezione “intrattenimento danzante”, causando un inderogabile aumento dell’IVA e dell’imposta sull’intrattenimento. Ciò comporta un aumento del 28% dei costi, portando tutto al 48% di tassazione e diritti, che rende la situazione economica di Sensation Italia non affrontabile.

Siamo quindi costretti a cancellare Sensation Italia 2015 dal programma. Ci scusiamo con quelli di voi che hanno acquistato i biglietti che, naturalmente, verranno interamente rimborsati.

Il circuito di biglietteria ufficiale TicketOne rimborserà i biglietti acquistati fino al 2 maggio 2015. Per ogni eventuale domanda potete fare riferimento al link sottostante: http://www.ticketone.it/biglietti.html?affiliate=ITT&doc=feature/helpContact/contact

Con queste parole è stato comunicato l’annullamento ufficiale dell’evento Sensation Italia, che avrebbe dovuto tenersi il 18 Aprile vicino a Bologna, a quanto pare per colpa delle enormi ed eccessive tasse alle quali l’organizzazione avrebbe dovuto far fronte. L’ennesimo fallimento italiano dovuto alle istituzioni.

fonte:Electro Italia

 

Puglia Sounds, accordi con Europe Jazz Network e I-Jazz a sostegno del jazz pugliese

Puglia Sounds ha siglato due protocolli di intesa con Europe Jazz Network - network tematico mondiale che raggruppa 103 organizzazioni musicali di 31 paesi - e I-Jazz, principale network italiano che riunisce 34 festival che si svolgono sull’intero territorio nazionale, volti a incrementare le attività dal vivo degli artisti pugliesi in Italia e all’estero. Le partnership prevedono il sostegno da parte di Puglia Sounds ai festival italiani ed internazionali che aderiscono ai due network: il supporto verrà corrisposto dall'organizzazione - da parte delle organizzazioni affiliate alle reti Europe Jazz Network e I-Jazz, di concerti jazz di artisti pugliesi nel periodo compreso tra il 1 marzo e il 15 ottobre 2015. Fine dell'iniziativa è fornire un incentivo a programmare musica pugliese per dare un ulteriore impulso allo sviluppo del comparto jazz regionale e all’incremento della presenza di artisti pugliesi nei cartelloni delle principali manifestazioni musicali italiane ed europee.

fonte: rockol.it

Due medici inglesi stanno usando il rap per curare le malattie mentali

Due dottori inglesi, Akeem Sule e Becky Inkster, stanno mettendo a punto un metodo che prevedere di curare le malattie mentali attraverso la musica hip hop. Secondo i due medici, il rap è da sempre legato a questi tipi di squilibri: molti dei più famosi e importanti rapper di oggi hanno alle spalle storie di degrado, abusi di droga e violenze domestiche, tutti elementi che vengono poi riversati nei testi delle loro canzoni. Analizzando un certo tipo di ossessione verso i soldi o verso il corpo femminile, secondo il parere di Sule e Inkster, è possibile capire determinati tratti psicologici di queste persone o di chi ne diventa fan.

L'idea è di applicare questo tipo di scrittura ai pazienti a cui è stato realmente diagnosticato un problema mentale. Viene chiesto ai soggetti in cura di scrivere testi in rima che parlino di loro stessi e descrivano come saranno tra qualche anno. Il malato ha così uno strumento diverso per guardare se stesso da un punto di vista esterno, conoscere la propria personalità e lavorare di immaginazione su un possibile futuro più sereno.

I due dottori non nascondo minimamente la loro passione, quasi fanatica, per l'hip hop: quando il Guardian gli ha dedicato un articolo citando la canzone "Happy" di Pharrell Williams come possibile esempio di cura, i due hanno voluto chiarire marcatamente  che, pur rigraziando molto la visibilità che l'importante portale britannico gli ha dedicato, "Happy" rientra nelle canzoni pop, l'hip hop è un'altra cosa ed è importante rimanere il più possibile fedeli all'idea autentica del progetto. Insomma, anche un medico può tenere alla propria sua street credibility.

fonte: rockit.it
http://www.rockit.it/rap-malattie-mentali-cura-uk

Festival estivi italiani 2015 tra cancellazioni e incertezze

Ci sono, sì, realtà solide e funzionali sul panorama musicale estivo dal vivo in Italia, e rassegne ormai istituzionali come il Rock in Roma o il Lucca Summer Festival (o festival emergenti come l'Home Festival di Treviso, per citarne uno), dopotutto, sono lì a dimostrarlo. L'estate rock all'aperto italiana, però, negli ultimi anni ha perso dei pezzi difficili da rimpiazzare (e, al proposito, di una nuova edizione di Mondo Ichnusa al momento non si hanno notizie), e presto potrebbe perderne altri. Perché da una parte ci sono dei promoter e degli imprenditori pronti a tenere duro, e dell'altra dei comitati di quartiere sul piede di guerra o delle giunte comunali che di collaborare, proprio, non ne vogliono sapere. Così, mentre all'estero si annunciano i sold-out nelle prevendite e le ultime definizioni nei cartelloni dei maggiori eventi per la prossima estate, qui da noi manifestazioni di primi piano ancora lottano nella speranza di poter aprire i battenti. C'è chi è fortunato, come il Milano City Sound, che proprio in queste ore dovrebbe ufficializzare la propria edizione 2015, e c'è chi ancora naviga a vista - Rock in Idro e Arezzo Wave - nella speranza che qualosa, di qui a breve - perché se Roma non è stata costruita in un giorno, nemmeno un festival di prima grandezza si può organizzare in una settimana - si muova. Ecco, quindi, cosa abbiamo rischiato, o ancora stiamo rischiando, di perderci per la prossima estate.

Il Rock in Idro, dopo anni passati a migrare tra le aree periferiche al capoluogo lombardo, pareva aver trovato un porto sicuro nell'Arena Joe Strummer del Parco Nord, a Bologna: la conferenza stampa - e le dichiarazioni degli attori coinvolti (municipalità e promoter) - prima, durante e dopo l'edizione 2014 parlavano di un contratto triennale che avrebbe messo in sicurezza il festival almeno fino al 2017. Poi, a inizio del 2014, l'amara sorpresa: un ripensamento del Comune avrebbe indotto l'agenzia organizzatrice, Hub Music Factory, a tornare sui suoi passi e cercare - compatibilmente con le tempistiche necessarie per organizzare una manifestazione di tali proporzioni - una location alternativa. "Siamo rimasti soli, ancora una volta, nella ricerca di una location che di diventare stabile - purtroppo - non ne vuole sapere", ci ha confessato una decina di giorni fa il co-fondatore della Hub, Alex Fabbro, allora prossimo a una riunione con l'assessorato che sulla carta avrebbe potuto essere dirimente. Ma che, ad oggi, di sbrogliare la situazione non è stata ancora in grado.

Problemi, ma connessi ai comitati di quartiere, li ha avuti anche il Milano City Sound, il tribolato festival milanese un tempo ospitato dall'Arena Civica poi spostatasi - negli ultimi due anni - all'Ippodromo, sempre nel capoluogo lombardo, e che dal 2015 troverà spazio in una porzione del parco di Monte Stella, sempre nel quartiere di San Siro: dopo ripetuti sopralluoghi tecnici da parte delle autorità, la rassegna organizzata da Vittorio Quattrone dovrebbe ufficializzare la nuova edizione a giorni. Ancora top secret, al momento, il cast per la prossima estate, anche se il promoter ha già anticipato - per sommi capi - quali saranno le caratteristiche della rassegna prossima ventura: nell'area concerti di trentamila metri quadri complessivi, oltre a due aree per altrettanti palchi - della capienza di 18mila presenze per il main stage e 3mila per il palco secondario - troveranno spazio anche posti ristoro, strutture sportivi e spazi polifunzionali per incontri, corsi e altro. "Ci hanno accusato di voler cementificare uno spazio verde", ha risposto Quattrone alle accuse dei comitati che hanno dato battaglia perché il Comune non concedesse lo sfruttamento del parco attiguo all'ex area del PalaSharp: "Per la verità il discorso portato avanti da chi ci osteggia vede nel pubblico dei concerti un'orda di criminali. Il nostro scopo, invece, è solo quello di valorizzare - per due mesi su dodici - una porzione di uno spazio verde di Milano, che comunque resterà a disposizione del pubblico. Il piano sottoposto ai tecnici del comune, che, tra l'altro, non hanno mai rilevato irregolarità, non prevede nessun intervento che possa arrecare danni permanenti (come, ad esempio, l'utilizzo di piastre in acciaio o in cemento per gli allestimenti), ma include il ripristino a nostro carico del manto erboso dopo la manifestazione in zone che ne prevedano l'eventuale rinnovamento".

Ancora più ricca di ostacoli, che ne starebbero seriamente ipotecando la realizzazione, è la strada che potrebbe condurre al prossimo Torino Traffic Free Festival. Le ultime, in merito, sono state riferite a metà gennaio dal giornalista della Stampa Gabriele Ferraris: nonostante un progetto molto ambizioso, che potrebbe vedere iscritti nel cartellone i nomi nientemeno che di Thom Yorke e Bjork, l'impossibilità da parte del municipio del capoluogo piemontese, unita alla confusione creatasi in giunta dopo la presentazione di almeno tre progetti, due da parte degli organizzatori storici (divisisi in due gruppi, con da una parte Gianluca Gozzi e il chitarrista dei Subsonica Max Casacci, e dall'altra il direttore artistico del locale Hiroshima Mon Amour Fabrizio Gargarone e il giornalista Alberto Campo) e uno (quasi subito abortito) da parte della giunta, non avrebbe fatto altro che complicare ulteriormente il processo di organizzazione, già dalle fasi preliminari.

Non va meglio dall'altra parte dell'Italia, a Napoli, dove il Neapolis Festival, già lo scorso anno, fu costretto a chiudere i battenti. E anche per la prossima esatte Sigfrido Caccese, che della manifestazione è uno degli organizzatori, vede nero. E ripete riflessioni che gli addetti ai lavori conoscono fin troppo bene: "Sembra che la formula festival, in Italia, di funzionare non ne voglia sapere. Soprattutto in una città come Napoli, che oggi come non mai sta mostrando una scarsa inclinazione verso questi spettacoli. Ed è un vero peccato, non solo per gli appassionati, perché un festival come il Neapolis crea un grande indotto". Scarsa vocazione festivaliera a parte, il muro di gomma contro al quale rimbalzano i tentativi degli organizzatori pare essere il solito: "La mancanza di collaborazione da parte delle istituzioni è totale", denuncia Caccese, "Ormai, ad averli come interlocutori, non ci proviamo nemmeno più. Per il resto noi non molliamo, e a organizzare il festival ci proviamo. Magari su soli due giorni, invece di tre, come successo in occasione delle passate edizioni, magari più in piccolo: se non quest'anno, l'anno prossimo la formula giusta per imbastire la manifestazione la si troverà". E se dovessimo dare una percentuale di possibilità di una riapertura dei battenti già per la prossima estate? "Il 20, 30%. Non di più...".

E non c'è storia o tradizione, quando si tratta di mettere in piedi un festival, a tenere. Lo sanno bene gli organizzatori di Arezzo Wave, una delle sigle storiche sul panorama tricolore, che da un paio d'anni a questa parte sembrava aver ritrovato il suo spazio - seppure decentrato, nel 2013, quando si tenne in Valdichiana, rispetto alle edizioni storiche - nella città che gli aveva dato i natali: l'edizione del 2015 della manifestazione ideata da Mauro Valenti è a rischio. Il problema? Il solito: istituzioni estremamente lente nel fornire risposte e comitati di zona sul piede di guerra. A spiegarlo è stato lo stesso Valenti, in una lettera aperta inviata al Corriere di Arezzo: "Nelle edizioni 2012 e 2014 (nel 2013 non ci è stata data la possibilità di farlo ad Arezzo) abbiamo investito più di 1.200.000 euro senza ricevere un euro dal Comune, portando risorse nel territorio e mettendo Arezzo come capitale delle politiche musicali giovanili del nostro paese. Ciò nonostante ogni nostra richiesta è ignorata, cosa strana visto anche il marchio di proprietà comune tra fondazione e amministrazione e l'obiettivo teorico della sua valorizzazione".

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