Battaglia in Virginia: una legge sui biglietti fa insorgere locali e pubblico
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Diversi business del mondo della musica live, fra cui locali, promoter e rivenditori di biglietti, hanno fatto sapere con una lettera aperte di essere contrari a una legge proposta all’Assemblea generale dello Stato della Virginia che vuole una maggiore liberalizzazione della rivendita di biglietti online.
La proposta prevede una multa fino a 15 mila dollari per chiunque venda biglietti «con modalità che sostanzialmente non consentono all’acquirente di rivendere legalmente il biglietto» o che penalizzi chiunque abbia rivenduto un biglietto o acquistato un biglietto rivenduto su alcune piattaforme online.
La legge è stata proposta da un deputato che, non potendo partecipare a un concerto, ha provato a rivendere il suo biglietto legalmente. La piattaforma che aveva utilizzato per acquistarlo, però, non consentiva la rivendita tramite altri metodi e, dato che il concerto non era sold out, non era possibile neanche metterlo in vendita sulla stessa. Al cancello, poi, erano richieste carta di credito e documento dell’acquirente.
Molte organizzazioni sono però contrarie alla legge in discussione: «Nonostante si dichiari dalla parte del consumatore, questa legge sarà di beneficio solo ai bagarini e alle aziende di altri Stati, proteggendo i loro profitti», e continua: «La legge […] vuole limitare la possibilità di artisti, locali e promoter di determinare i termini per la vendita dei biglietti a un evento». Il vero problema, secondo i critici, è «la mancanza di trasparenza dei bagarini e i siti di rivendita ingannevoli nel mercato secondario, che impediscono ai fan di effettuare acquisti informati e allo Stato di raccogliere le tasse appropriate».
Questa proposta sarebbe quindi all’opposto della legislazione promossa in molti altri Stati e Paesi per risolvere il problema del secondary ticketing. «I fan acquistano biglietti sul mercato secondario senza conoscere il valore originale o senza sapere che su quei siti il prezzo è quasi sempre più alto del valore reale. Spesso siti del genere hanno anche l’aspetto di canali legittimi di rivendita», continua la lettera. Sono quindi i fan a dover essere messi al primo posto «piuttosto che bagarini di altri stati».