Tutti i temi del Midem, chiuso ieri a Cannes
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Si è chiuso ieri a Cannes il 50esimo appuntamento con il Midem, il convegno che ogni anno chiama a raccolta I principali attori nel campo musicale. Quest’anno fra gli altri argomenti si è parlato di streaming e di nuove tecnologie, come il blockchain. Assomusica, inoltre, ha presentato il progetto Nimpe e la costituzione di un network europeo.
Non solo: giganti come il Warner Music Group hanno spiegato il punto di vista sul mercato del 2016. «Abbiamo superato molti cambiamenti, penso che possiamo essere ottimisti al momento perché l’anno scorso c’è stata una certa crescita. Credo che ci siano ancora delle sfide, davanti a noi, perché sia compreso il vero valore della musica», ha spiegato Stu Bergen di WMG. Al momento, inoltre, lo streaming rappresenta uno dei canali più importanti e con un maggiore potenziale di sviluppo.
C’è stato anche spazio per Gao Xiaosong, dirigente di Alibaba music che ha spiegato l’esperienza del gigante cinese di e-commerce che si è spostato anche in campo musicale. Ha toccato inoltre il problema del copyright in Cina e delle leggi promulgate in favore degli artisti. «La Cina è un Paese in via di sviluppo, il governo aveva deciso di sacrificare le industrie che si occupano di contenuti in favore dello sviluppo di Internet. Ora, le prime tre o quattro compagnie sono diventate dei giganti e il governo ha preso la decisione di far pagare loro il copyright e dallo scorso novembre non abbiamo più pirateria». È stata anche sviluppata l’applicazione Alibaba Planet, per mettere in contatto i musicisti con i loro fan.
Si è toccato poi il tema dello streaming e le sue potenzialità, che vanno oltre la semplice fruizione di video in diretta ma riguardano in particolare l’interattività. «Le persone pagano per queste cose, pagano per il contenuto. In questo caso si parla di contenuti interessanti, che permettono di condividere delle esperienze», ha spiegato la consulente nel settore Karen Allen.
Si è svolto anche il primo summit sul copyright, un argomento che produce sempre grandi scontri nel settore come ha avvertito Susan Butler di Music Confidential. Una particolare importanza ha poi avuto la sessione sul blockchain, dove si è affrontata questa nuova tecnologia e le sue possibilità in campo musicale. «L’idea è di riuscire a creare un apparecchio per le registrazioni molto più efficiente. È un database condiviso, decentralizzato, che può essere utilizzato contemporaneamente da più persone», ha spiegato Bruno Guez di Revelator. La stessa artista Imogen Heap sta lavorando al suo progetto nel campo, chiamato Mycelia, e ha incoraggiato altri a seguirla nel lanciare progetti pilota.
Ancora, c’è stato spazio per parlare di dati, un altro campo che influenzerà notevolmente il mondo della musica in futuro. «Non risolveranno tutto, ma sono passati dall’essere uno strumento a una presenza fissa in tutto quello che facciamo. Non prenderanno le decisioni al posto nostro ma aiuteranno a prenderle», ha spiegato Daniel Hall di Sony Music, mentre Stef Pascual di Red Essential ha detto che i big data possono aiutare le partnership fra varie aziende. «Può diventare come gli appuntamenti amorosi online! Si cercano certi parametri partendo dai propri dati e dagli artisti, si sceglie la fascia demografica e si capisce qual è il pubblico del proprio artista, allo stesso tempo si può contattare un certo marchio che aspira a un certo tipo di audience».
C’è anche chi si è dissociato: Simon Wheeler del Beggars Group ha spiegato che «Se si lascia che i dati dominino il settore degli artisti le case discografiche si riempiranno di cose come Justin Bieber, molto mainstream e di semplice ascolto. Non è un mondo in cui vogliamo davvero vivere, vogliamo vivere in uno che sia ricco, creativo e diversificato».