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David Zard, l'uomo delle scommesse.

CI è riuscito di nuovo: dopo aver portato - negli stadi italiani le stelle del rock e del pop internazionale, dai Rolling Stones a Michael Jackson, da Bob Dylan fino a Madonna, ora David Zard, a cui, per molti, si deve la nascita del teatro di massa, grazie a "Notre Dame de Paris", ha di nuovo stracciato ogni record con l'ultima produzione, che da due anni gira in Italia. "Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo" è il musical dei grandi numeri, capace di portare a teatro migliaia di persone, studenti compresi, e di varcare i confini nazionali. «Romeo e Giulietta - spiega Zard - è soprattutto una macchina teatrale spettacolare, basata su una precisione millimetrica. Ogni aspetto dello spettacolo è un ingranaggio che deve rispettare tutto il resto per funzionare. Basta un piccolo errore per far crollare l'intero marchingegno». Non solo maestria tecnica, però, quella che ha decretato il suo successo: «Molti hanno definito questa versione di Romeo e Giulietta - prosegue il produttore - l'incontro tra il dramma shakespeariano e il Cirque du Soleil. La mia emozione, nel vedere come le acrobazie e la destrezza circense potessero essere addirittura superate grazie alla recitazione degli attori in scena, è stata enorme. Per questo lo ritengo la più spettacolare ed emozionante messa in scena. D'altra parte, la storia, diventata ormai patrimonio di tutto il mondo, continua ad essere talmente avvincente che gli spettatori quando escono dal teatro ancora si commuovono di fronte all'infelice destino dei due giovani amanti. Ma le dirò di più, io stesso sono così coinvolto dallo spettacolo che ogni volta che lo vedo mi trovo a sperare che finalmente Frate Lorenzo faccia in tempo a bloccare quelle morti. Ancora mi ritrovo a rimproverarlo dentro di me: "non potevi arrivare prima?". Scherzi delle emozioni...». Tutto, sul palco, è studiato nei minimi particolari per appassionare, dai costumi alle scenografìe, dalle musiche alle coreografìe: un turbinio di colori e giochi di luci che accompagnano lo spettatore fino al tragico epilogo. «Lo spettacolo è nato a Roma in dodici settimane - dice David Zard - a giugno abbiamo preso un'intera scuola e l'abbiamo trasformata in un vero e proprio laboratorio. Per cinque settimane, è stata studiata la regia, le scenografie, gli attori hanno studiato le parti, dizione e le coreografìe. È stato un lavoro enorme, che è costato denaro e fatica. Le prime volte che varcavo le porte dell'istituto ero terrorizzato che mi insultassero: lavoravano dal giorno alla sera senza sosta, al caldo, come muli. Invece avevano tutti un sorriso, una parola gentile e un gesto d'affetto. Ognuno di loro, dagli attori alle maestranze, era certo che la fatica sarebbe stata ripagata. Ognuno si sentiva parte di qualcosa di nuovo e di grande che sarebbe da li a poco nata. Dalla scuola siamo passati al Gran Teatro, per le prove sul palcoscenico. Altre 6 settimane di lavoro. Senza tutta quella preparazione lo spettacolo non sarebbe stato quello che poi avete visto». Merito, dunque, di una disciplina e di uno studio lungo e attento, ma anche della regia di Giuliano Peparini, uno tra i registi e coreografi più talentuosi e innovativi della sua generazione: «L'incontro con Peparini è stato dawero fortuito - racconta ancora - Ho visto a Macao la sua direzione artistica di alcune parti del Cirque du Soleil, diretto da Franco Dragone. Sono rimasto impressionato dal suo lavoro e lo stesso Dragone me lo aveva raccomandato caldamente, vista la preparazione e la bravura. Finito lo spettacolo gli ho offerto di realizzare le coreografie per Romeo e Giulietta. Lui, quando ha sentito che nominavo Romeo e Giulietta si è illuminato. Mi ha detto che la tragedia di Shakespeare è la sua vita, che voleva curare la regia. È stato talmente incisivo, talmente convincente, che ho accettato». Una scommessa, l'ennesima, che David Zard ha vinto di nuovo: «Mi limito a dare spazio al talento, quando lo incontro. L'Italia è piena di talenti ¡nespressi: basta dawero che studino e capiscano come funziona
il mondo dello spettacolo per ottenere delle vere e proprie eccellenze. Stesso discorso vale per i giovani attori che si esibiscono sul palcoscenico del Gran Teatro in questi giorni: ¡I lavoro e lo studio li ha premiati. I minuti di standing ovation che ¡I pubblico regala loro, ogni replica, è il loro premio. E ¡I mio». OBMtatfeì6 j ' d » j y -tit_org- David Zard, l'uomo delle scommesse

Last modified onWednesday, 28 January 2015 10:07