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Arrivano i «Culture Days»

  • Written by Emilia Costantini
  • Published in Attualità

Calano le presenze nei cinema e nei teatri, le librerie chiudono i battenti o diventano negozi di scarpe: Roma, capitale della cultura a livello mondiale, sta diventando un cimitero della cultura. Ci vuole una scossa, un gesto forte che risvegli l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni. Per questo nasce il «Culture Days 2014», un’iniziativa unica nel suo genere, e mai sperimentata altrove. Lo slogan: «Senza, che vita è?». Da domani al 2 aprile, tutti coloro che assisteranno a uno spettacolo teatrale, cinematografico o musicale, oppure acquisteranno un libro in una delle strutture aderenti, riceveranno in cambio un «buono sconto cultura» che permetterà di accedere poi ad altri spettacoli o acquistare libri a un prezzo fortemente ridotto. 
«Senza cultura, che vita è?» sottolinea Marcello Ciccaglioni, patron delle librerie Arion, che insieme a Massimo Monaci direttore del Teatro Eliseo, e a Massimo Arcangeli, segretario Agis e Anec Lazio, ha ideato questa singolare manifestazione, realizzata in collaborazione con assessorati alla Cultura di Comune e Regione, con l’Associazione librai italiani, l’Anica, e la Camera di Commercio. «In questa nostra città, e non solo, - continua Ciccaglioni - la cultura langue e se la gente non avverte più la necessità di frequentare le sale teatrali, cinematografiche, da concerto e le librerie, siamo tutti più poveri: il nostro intero Paese diventa più povero. I cittadini devono tornare a frequentare i luoghi deputati alla cultura nelle sue varie declinazioni, per questo abbiamo deciso di metterci insieme, in una sinergia costruttiva, per creare un meccanismo virtuoso che responsabilizzi le istituzioni e i cittadini stessi». Interviene Arcangeli: «Non possiamo continuare ad aspettare i tempi della politica, perché sono lunghi e la situazione è al collasso: basti dire per esempio che, negli ultimi vent’anni, sono stati chiusi 45 cinema solo a Roma, che non sono stati mai riconvertiti, rigenerati in qualche maniera e che si trovano in uno stato di totale abbandono. Abbiamo sentito il bisogno, allora, di lasciar perdere le chiacchiere e di agire subito per dare un nuovo impulso, uno scatto significativo». E Monaci aggiunge: «Questa non è la solita protesta, semmai una festa, una azione concreta per smuovere le acque stagnanti che stanno ingoiando creatività e lavoro! Non va dimenticato, infatti, l’indotto economico che le attività culturali comportano e che coinvolgono le tante differenti professionalità: il settore spettacolo e cultura è uno dei settori di sviluppo più importanti in termini strategici e occupazionali della Regione Lazio». 
I buoni sconto (ne verranno distribuiti oltre 1.500.000 su tutto il territorio regionale) garantiranno ai possessori di usufruire di: un biglietto d’ingresso a 3 euro per tutti gli spettacoli della giornata nei cinema(escluso il 3D); un biglietto scontato fino al 60% del prezzo intero nei teatri e nelle sale da concerto; uno sconto del 15% sull’acquisto di libri. 
Tutta l’operazione è affiancata da partner commerciali: Conad, Decathlon, Eataly e Botteghe Storiche di Roma, che supportano la promozione dell’iniziativa attraverso i loro strumenti e canali di diffusione, ma soprattutto con la distribuzione capillare dei buoni. 
«È stato difficilissimo mettere d’accordo tutti per organizzare il “Culture Days” - riprende Ciccaglioni - perché era necessario mediare le diverse esigenze e trovare una sintesi produttiva e soddisfacente, in funzione di un obiettivo comune: il mondo degli operatori culturali è molto complesso e variegato». Osserva Monaci: «All’inizio c‘era anche un po’ di diffidenza». Aggiunge Arcangeli: «Secondo una visione antica, la cultura deve essere fatta in una logica di perdita: chi fa cultura non deve guadagnare, non deve trarne profitto!». 
A concludere il «Culture Days», una giornata speciale il 2 aprile che, fino a mezzanotte, coinvolgerà scrittori, attori, registi: hanno già aderito personaggi come Francesco De Gregori, Leo Gullotta, Corrado Augias. Spiega Monaci: «Nelle librerie, avremo gli scrittori che venderanno libri, nei teatri gli attori o i registi che venderanno i biglietti d’ingresso, così nei cinema o nelle sale da concerto, e poi incontri, performance...». Conclude Ciccaglioni: «Vorremmo che i romani si rendessero conto del patrimonio culturale-artistico di cui dispongono e che si riapproprino dei luoghi dove tale patrimonio si realizza. Deve essere una festa, sì, ma una festa che faccia riflettere».

Last modified onTuesday, 25 March 2014 10:33