La musica è finita? No, ora però regala i cd
- Written by Assomusica Roma
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Provate a chiedere a chi ha meno di 25 anni quanti cd possieda, o l'ultìma volta che ha sentito l'album intero del suo artista preferito. Probabilmente vi guarderà come se foste arrivati direttamente dall'età della pietra. La rivoluzione digitale ha di fatto ucciso il mercato discografico, riducendo le vendite a numeri impensabili venti o anche solo dieci anni fa.
Quando gli U2 hanno deciso di regalare il loro ultimo album a chiunque avesse un account iTunes, non hanno fatto un'operazione benefica, hanno soltanto anticipato quello che sarebbe avvenuto da lì a poche settimane: il download illegale del disco da parte di milioni di persone. Tanto i soldi veri si fanno altrove. Sul palco. Il live è diventata la fonte primaria di guadagno per quasi tutti gli artisti. Guadagni colossali per le star, buoni per gli arasti di media grandezza, l'unico modo per tirare la carretta per i più piccoli.
L'alternativa non esiste, come dimostra il proliferare di concerti, festival e rassegne che si svolgono in tutto il mondo, Italia compresa. Ormai quello è il vero business, il supporto fonografico (per usare un termine del secolo scorso), ormai è ridotto a gadget. E SE SI LEGALIZZA la marijuana, allora perché non legalizzare il bootleg? La registrazione clandestina dei concerti che ossessionava i fan fino agli Anni 90. Poi iniziarono i Pearl Jam a vendere loro stessi live grezzi sul sito della band. Abitudine presa anche da Bruce Springsteen. Ma l'idea della Usb cotta e mangiata subito dopo lo show è l'ultima frontiera della disperata guerra per far comprare al pubblico qualcosa che contenga musica: "Mark Knopfler dopo il concerto vende la penna Usb dello show", racconta Mimmo D'Alessandro di D'Alessandro & Galli, uno dei più importanti organizzatori di concerti in Italia, patron del Lucca Summer Festival. "Lo spettacolo ti ha emozionato? Ti porti via l'audio, per celebrare il ricordo".
Gli Africa Unite arrivano a regalare l'album a chi va ai loro concerti. D'altra parte, se si riuniscono anche Albano e Romina Power, significa che il gioco vale la candela. Scherzi a parte, Mimmo D'Alessandro non ha dubbi: "La musica dal vivo, a livello medio-alto, non conosce crisi. Il pubblico non sembra avere problemi a spendere centinaia di euro per Robbie Williams o Elton John, quei biglietti sono andati a ruba, ma succede anche che pochi euro siano troppi persino per un gruppo eccezionale, ma poco noto da noi, come i Los Lobos".
Il Lucca Summer Festival, è giunto alla diciottesima edizione ed è in continua crescita. Quest'anno, spiega D'Alessandro, ha battuto tutti i record di vendita. Non la pensa molto diversamente il direttore artistico della Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, Flavio Severini: "Record di fatturato quest'anno", anche grazie alla decisione, che ha fatto storcere il naso a qualcuno, di ospitare artisti come i vincitori di Sanremo, II Volo, o i trionfatori di Armc, Thè Kolors: "Ma quest'anno, le date sono 41, contro le 26 dell'anno scorso - si difende Severini - è giusto che l'organizzatore sappia dare uno spaccato di tutto quello che offre ilmercato".
Ma non c'è inflazione, troppa concorrenza? A Roma le scorse settimane ci sono stati in contemporanea concerti di Noel Gallagher e Paul Weiler, Jovanotti ed Elton John. Presto si sfideranno Ben Harper e i Subsonica, i Verdena contro gli Spandali Ballet. "Nessun problema, pubblici diversi", afferma Severini. "E probabile che tra Noel Gallagher e Paul Weller qualcuno abbia dovuto fare una scelta. Come è possibile che Francesco Renga sia stato penalizzato dalla seconda data allo Stadio Olimpico di Tiziano Ferro". Ma se tutti ridono, chi piange? I medio piccoli a quanto pare. Forse, ma anche no, spiega Eric Bagnarelli di Comcerto, che non solo porta artisti in rassegne maggiori, ma si occupa di alcuni dei principali festival "indie-rock" in circolazione, Spilla ad Ancona, il Vasto Siren, Sexto 'Nplugged a Sesto al Reghena: "In Italia non ci sono festival paragonabili a Glastonbury, eventi che ormai muovono economie importanti, anche per l'indotto sul territorio. I nostri numeri sono ancora piccoli, ma le rassegne sono geograficamente ben distribuite. C'è un mercato e un interesse crescente, ma si parla comunque di una nicchia.
MA FA BUSINESS? O comincia a farlo? "Con tutte le cautele del caso" secondo Bagnarelli: "Ogni festival è una macchina delicatissima basata su mille equilibri e le economie vanno avanti per miracolo. A volte basta un'estate climaticamente sfortunata come quella dell'anno scorso perfarsaltare dei concerti e anche i conti. La cosa positiva è che ad organizzarli sono sempre più piccole imprese e meno apparati istituzionali. Non è più possibile che nel 2015 ci siano manifestazioni che dipendono da contributi pubblici. Poi c'è il nostroterritorio:siamocarenti su molte cose, ma di sicuro possiamo offrire luoghi storici incomparabili nei quali svolgere i concerti, come Ferrara Sotto le Stelle, che mantiene da anni un livello molto alto".
"E un Medioevo vivo", dice Mimmo D'Alessandro, riferendosi alla cornice che ospita i concerti a Lucca, che non a caso raccoglie il 68% di presenze straniere. Un'opinione probabilmente condivisa da Bob Dylan, che ha molto apprezzato la cornice delle Terme di Caracalla. A proposito del vecchio Bob: è un dato di fatto che i dinosauri del rock siano quelli che attraggono di più, anche un pubblico giovane. Ma le nuove leve? Esiste un ricambio generazionale? "Il rischio in prospettiva è che si perda la qualità", sostiene D'Alessandro". "Se i dischi si fanno con il computer, dal vivo chi suona? Sulla distanza non possiamo certo affidarci ai fuoriusciti dai talent".
Fonte:
FATTO QUOTIDIANO | |
La musica è finita? No, ora però regala i cd | |
di Luca Raimondo |
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