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Liga suona il tamburello per 200 mila

ANNA PURICELLA
BARI. Prima di scendere dal palco, Ligabue ha salutato Melpignano: «Grazie per questa realtà ». Sembrava stupito di vedere quelle 200 mila persone che lo hanno atteso fino alle due senza smettere di ballare. Effetto Notte della Taranta: si danza fino all’alba, fino a quando il corpo non espelle il veleno del ragno.
Dai secolari fenomeni del tarantismo al rock il passo è stato breve: è bastato scegliere come maestro concertatore Phil Manzanera, chitarrista dei Roxy music e produttore (anche dei Pink Floyd), affiancargli il bassista dei Clash Paul Simonon e la pizzica salentina ha spiccato il volo. Dall’Inghilterra alla Spagna con il chitarrista di flamenco Paul Rodriguez, fino alla Colombia di Andrea Echeverri e alla Nigeria del batterista Tony Allen.
«Per la prima volta la pizzica si è fatta sudamericana», ha commentato una delle storiche voci dell’orchestra della fondazione Notte della Taranta, Enza Pagliara. E lo si è sentito forte nelle scelte di Manzanera, che da un accenno pinkfloydiano dell’inizio ha dato poi respiro ad accordi che riecheggiavano i virtuosismi di Carlos Santana.
L’attesa era tutta per Ligabue, che ha permesso alla Notte della Taranta di battere il record di presenze nel suo diciottesimo anno: 200mila persone in un paesino che durante l’inverno ne conta appena duemila, provenienti da tutta Italia.
Lui è sembrato all’inizio impacciato, alle prese con il dialetto in Ndo ndo ndo e poi nel duetto con Alessia Tondo in Beddha ci dormi , per poi rilassarsi con le sue Il muro del suono e Certe notti , riarrangiate da Manzanera fino a perdere il loro lato più rock e arrendersi – nel caso dell’ultimo brano – a un’inedita versione in stile mazurka, complici il rullante della batteria e la fisarmonica.
La vera sorpresa per molti è stata la violinista inglese Anna Phoebe (Trans-Siberian orchestra), capace di contorcersi in scena come una “tarantata” d’altri tempi, ma il consenso è stato unanime soprattutto sia per i ballerini coordinati da Roberto Castello che per gli elementi dell’Orchestra: in ventidue hanno affrontato un repertorio recuperato dalla memoria storica, con perle immancabili come Pizzica di Aradeo e Pizzica degli Ucci , in grado di indemoniare i tanti giovani giunti a Melpignano.
“Cuore siciliano animo Melpignano”, era scritto su uno dei tanti striscioni che hanno salutato la Notte della Taranta. E così è stato: la possessione della taranta è durata fino all’alba, conquistando anche Twitter – l’hashtag #taranta2015 è stato al secondo posto nei trending topic – al di là delle immancabili discussioni sulla fedeltà di Manzanera al nocciolo del tarantismo.
E sembra aver conquistato anche Ligabue, tornato sul palco per la consueta buonanotte in griko (l’idioma degli undici comuni salentini grecofoni)di
Kalinifta , imbracciando un tamburello.
 
fonte: Repubblica