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Brexit, ecco che cosa succederà alla musica

Dopo la decisione della Brexit, e in attesa di capire quali saranno le soluzioni dell’UE, il magazine IQ ha parlato con professionisti del mondo della musica per farsi raccontare le possibili ripercussioni. «È importante minimizzare le divisioni fra noi. Siamo in un mondo nuovo e dobbiamo andare avanti con spirito positivo. La musica britannica è forte e di successo e resterà una parte essenziale della cultura europea» ha spiegato Andy Heath, direttore del gruppo UK Music che rappresenta gli interessi del settore in Parlamento. «Serve una voce unita per assicurarsi che, quando ci saranno i negoziati, si tengano in considerazioni gli interessi dell’industria musicale. Ovviamente nelle prossime settimane saranno prese molte decisioni importanti. In autunno ci saranno un nuovo Primo ministro e un nuovo governo» ha proseguito Jo Dipple, della stessa associazione.

A decidere che cosa accadrà saranno anche i mercati, ha specificato Mark Mulligan della compagnia per la ricerca nel mercato musicale MIDiA. «La transizione sarà molto più semplice se l’atteggiamento prevalente sarà minimizzare la divisione nella regione». Ha poi proseguito: «Acquistare prodotti e servizi da tutto il mondo, non solo in Europa, sembra che sarà sempre più costoso per le aziende di qualsiasi dimensione a causa dell’indebolimento della sterlina, ma dall’altra parte potrebbero crescere le esportazioni».

Compagnie più grandi come Live Nation, secondo il presidente John Reid, non dovrebbero essere toccate in modo eccessivo. Il problema potrebbe riguardare soprattutto le startup e le compagnie più piccole. Un’altra questione riguarda invece le leggi sul copyright affrontate nel digital single market. «La Brexit minaccia lo sforzo di uniformare le leggi sulla proprietà intellettuale, proteggere i dati dei consumatori, eliminare le tariffe di roaming e le restrizioni fra i Paesi europei per contenuti come film e show televisivi» ha commentato Thomas Lee sul San Francisco Chronicle.

«I tour saranno più difficili ma non si interromperà del tutto la libertà di movimento. Sono sicuro che ci sarà un visto europeo» ha commentato, fra i musicisti, Matt Healy della band 1975. Altri colleghi sono invece stati più negativi, esprimendo su Twitter il loro disappunto per una «democrazia che ha fallito per colpa della disinformazione».