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Un nuovo social network si rivolge ai fan della musica

 

I social network sono un mezzo anche per parlare di musica, ma a volte possono essere dispersivi. Di questo si vuole occupare una nuova piattaforma, Fans.com, che permette di scambiarsi notizie sugli show e ha un database di cinque milioni di concerti passati. Il sito di Peter Shapiro si rivolge così a chi ritiene che Facebook sia troppo frammentario: «Se fai parte di una certa comunità puoi permetterti di fare il “geek” con gli altri ma non c’è un singolo posto in cui comportarsi da fan. Non sono sicuro di voler mostrare ai miei colleghi o a mia nonna che ieri sera ho visto gli Slayer», aggiunge Jeff Caldwell.

I fan possono utilizzare nomi di fantasia e permettere a tutti gli appassionati di un certo musicista di vedere i loro post. Al momento sono i Grateful Dead a farla da padrone su Fans, con 12 mila seguaci, al pari dei loro successori, i Phish. Sono solo 300, invece, gli appassionati di Katy Perry che su Twitter ha 92 milioni di follower.

Coprifuoco per i locali in Australia, Sydney esentata dalla legge

 

Sydney non dovrà sottostare alla legge sul coprifuoco che è in vigore nella regione del New South Wales. La Corte suprema australiana ha risolto così un contenzioso nato nel 2014 quando il governo locale ha stabilito che locali, bar, nightclub e hotel chiudano le porte all’1.30 e non servano alcolici dopo le 3.

Il danno, secondo i contrari alla legge, riguarda anche l’industria musicale. Ora, però, i locali in cui si suona musica dal vivo, quelli in aree turistiche e gli strip bar sono stati esentati dal coprifuoco.

Beyonce sorpassa Madonna con la vittoria ai VMA

E' ormai Beyonce la regina degli Mtv Video Music Awards. La cantante ha infatti battuto il record di Madonna arrivando a 22 statuette contro le 20 della rivale. Delle sue undici nomination, infatti, sei le hanno fruttato un Moonman, il premio assegnato da MTV. Fra le categorie vincenti, il video dell'anno, per Formation, giudicato anche miglior video pop, miglior coreografia, miglior regia, editing e fotografia, oltre al miglior video femminile, con Hold Up. 

E' stato dato spazio anche a David Bowie, con la vittoria postuma per l'Art Direction di Blackstar, mentre Hello di Adele si è trovato sconfitto in tutte le categorie a cui partecipava, ben sette. Agli uomini sono rimasti, fra gli altri, il miglior video maschile, This is what you came for di Calvin Harris con Rihanna, e il miglior video hip hop, Hotline Bling di Drake.

La vendita dei biglietti traina l'industria dell'intrattenimento

È la vendita dei biglietti a trainare l’industria dell’intrattenimento, almeno secondo i dati riportati dal sito IQ e riguardanti Vivendi e CTS Eventim. Le due aziende hanno pubblicato i profitti per il 2016, mostrando come in una situazione di crescita relativa o di perdita sono state invece le sussidiarie per la vendita di biglietti a crescere.

È il caso di Vivendi, azienda parigina che ha perso l’1 per cento ma con una crescita del 6.9 per cento per il Vivendi Village. Percentuali ancora più alte per la tedesca CTS Eventim, che ha perso il 5.5 per cento rispetto al 2015 ma ha avuto un margine del 10.9 per cento per quanto riguarda i biglietti. Entrambe hanno acquisito nuove piattaforme dedicate nel corso del 2016.

Entro il 2020, comunque, è prevista una crescita del numero di biglietti venduti tramite applicazioni mobili del 20 per cento all’anno.

Sul Secolo XIX la situazione dei conservatori

Sono 81 gli istituti per l'insegnamento musicale a cui si rivolgono circa 50 mila studenti. Nell'articolo allegato Il Secolo XIX spiega la situazione di una categoria che aspetta una riforma dal 1999.

Su EcNews: I criteri per applicare l’ISI ai locali con musica dal vivo

Per accertare l’evasione dell’imposta sugli intrattenimenti (ISI) il Fisco deve provare con specifici controlli l’incidenza della musica dal vivo sull’orario di apertura del locale mentre al contribuente è consentito difendersi esibendo il contratto di appalto e le relative fatture riguardanti le prestazioni di musica dal vivoeseguite. Sono questi i principi espressi da una recente sentenza (la n. 730/1/2016) della Commissione Tributaria Regionale della Liguria, chiamata a pronunciarsi sulla debenza o meno del tributo introdotto a seguito della riforma del settore spettacolistico e degli intrattenimenti avvenuta all’inizio degli anni duemila con il D.Lgs. 60/1999.

La riforma opera infatti una netta distinzione tra:

  • attività di intrattenimento che sono da considerarsi quelle che presentano prevalente l’aspetto ludico e di puro divertimento; per intrattenimento, normalmente, s’intende ciò che è cagione di divertimento, insito, quindi, nel concetto è il partecipare;
  • attività di spettacolo che sono da intendersi quelle che assumono anche una connotazione culturale; lo spettacolo è caratterizzato dal concetto di rappresentazione, perciò riguarda l’aspetto statico del fenomeno, di presenza ad un fatto o ad un avvenimento.

Mentre le prime attività sono assoggettate all’imposta sugli intrattenimenti (ISI) ed al regime speciale IVA di cui all’articolo 74 D.P.R. 633/1972, le seconde sono soggette solo all’IVA secondo i regimi ordinari, seppur con una disciplina peculiare per quanto riguarda il momento impositivo, le modalità di certificazione, l’accertamento ed alcune specifiche agevolazioni.

In questo contesto normativo, un caso del tutto particolare è rappresentato dalle esecuzioni musicali; queste, infatti, sono assoggettate ad entrambe le discipline a seconda che si tratti di musica “dal vivo” o “non dal vivo”. Per comprendere, quindi, se una attività musicale sia o meno soggetta ad imposta sugli intrattenimenti, diventa fondamentale comprendere quali sono i criteri da applicare per operare tale distinzione.

Prima di entrare nel merito dei chiarimenti forniti sul punto dall’Amministrazione finanziaria, operiamo un breve cenno alle caratteristiche di questo particolare tributo, l’imposta sugli intrattenimenti, la cui disciplina è regolata dal D.P.R. 640/1972. All’articolo 2 del citato provvedimento si afferma che “È soggetto d’imposta chiunque organizza gli intrattenimenti e le altre attività di cui alla tariffa allegata al presente decreto ovvero esercita case da gioco“, mentre al precedente articolo 1 si afferma che “Sono soggetti all’imposta sugliintrattenimenti, i giochi e le altre attività indicati nella tariffa allegata al presente decreto, che si svolgono nel territorio dello Stato“.

Una volta chiarito che il tributo trova applicazione sia con riferimento alle attività svolte in un contesto commerciale (nel caso della sentenza in commento si trattava di una Snc che gestiva una sala da ballo) che per quelle svolte in contesti istituzionali da parte di enti non commerciali, per individuare correttamente la misura del prelievo occorre fare riferimento a quanto evidenziato nella Tariffa allegata al citato D.P.R. 640/1972.

Con riferimento alle “Esecuzioni musicali di qualsiasi genere, ad esclusione dei concerti vocali e strumentali, e trattenimenti danzanti anche in discoteche e sale da ballo quando l’esecuzione di musica dal vivo sia di durata inferiore al cinquanta per cento dell’orario complessivo di apertura al pubblico dell’esercizio” la richiamata Tariffa prevede una aliquota ISI del 16 per cento.

Con successiva nota alla Tariffa viene poi precisato che l’imponibile da assoggettare a imposta sugliintrattenimenti è determinato con ripartizione forfetaria degli incassi in proporzione alla durata di ciascuna componente nei seguenti casi:

  • organizzazione congiunta di attività soggette ad imposta sugli intrattenimenti e di attività non soggette (è questo il caso del contemporanei svolgimento di musica “dal vivo” e “non dal vivo”);
  • organizzazione di attività soggette a tassazione con aliquote differenti.

Posto quindi che la riportata tariffa prevede l’assoggettamento ad imposta sugli intrattenimenti delle esecuzioni musicali di qualsiasi genere, con esclusione dei concerti vocali e strumentali, a condizione che le stesse siano considerate “non dal vivo” (nel caso contrario, cioè di esecuzioni musicali “dal vivo”, si dovrà applicare il regime IVA ordinario previsto per il settore spettacolistico) appare fondamentale stabilire, ai fini di una corretta applicazione del regime di riferimento, una precisa linea di demarcazione tra musica dal vivo e musica non dal vivo.

Gli elementi per operare tale distinzione sono stati forniti dall’Amministrazione finanziaria nella circolare n. 165/E del 7 settembre 2000, che al punto 1.1.1. precisa quanto segue:

  • la musica può definirsi “dal vivo” quando l’emissione avviene attraverso l’armonizzazione di suoni polifonici realizzati attraverso l’uso diretto di più strumenti originari, ovvero con l’utilizzazione di strumenti strutturalmente polifonici, quali, ad esempio, il pianoforte, la fisarmonica, la chitarra, l’organo; costituisce, pertanto, musica dal vivo solo l’effettiva esecuzione con strumenti di qualsiasi genere, senza l’utilizzazione ovvero con un utilizzo meramente residuale di supporti preregistrati o campionati;
  • si realizza musica “non dal vivo”, invece, quando l’emissione della musica avviene attraverso l’uso di basi musicali preregistrate o preordinate, con imitazione o riproduzione di vari e diversi strumenti musicali o in modo sostitutivo all’esecutore; anche le esibizioni di tipo “karaoke“, precisa la circolare, debbono essere considerate non dal vivo in quanto realizzate mediante utilizzo di basi musicali per

Risolta in prima battuta la distinzione tra le due tipologie di esecuzioni musicali diventa poi importante sottolineare un ulteriore passaggio contemplato dalla norma, secondo la quale, ai fini dell’applicazione dell’imposta sugli intrattenimenti, sono considerate “non dal vivo” anche le esecuzioni musicali “dal vivo” la cui durata sia inferiore al 50% dell’orario di apertura al pubblico dell’esercizio.

Si tratta, quindi, di calcolare il rapporto percentuale tra la durata dell’esecuzione musicale dal vivo e l’orario complessivo di apertura al pubblico dell’esercizio. A tale proposito, la circolare n. 165/E/2000 introduce una ulteriore precisazione, affermando che detto rapporto va determinato “in funzione dell’attività diintrattenimento“.

La corretta definizione delle attività di intrattenimento e spettacolo da parte della circolare n. 165/E/2000, tuttavia, soprattutto con riferimento alle esecuzioni di tipo musicale (distinzione tra musica dal vivo e non), non esaurisce le innumerevoli situazioni che si possono venire a creare nella realtà.

Ad esempio, accade frequentemente che, entrando in un locale, venga diffusa, durante l’orario di apertura dello stesso, musica di sottofondo registrata o trasmessa da una radio nazionale o locale.

Questa situazione, sicuramente esclusa dal campo di applicazione dell’imposta sugli spettacoli, non dovrebbe comportare alcun tipo di problema nemmeno ai fini dell’applicazione della disciplina dell’imposta sugliintrattenimenti in quanto non si realizzano, in tale caso, le condizioni necessarie per l’applicazione di detta imposta. Richiamando la definizione offerta dalla circolare n. 165/E/2000, il concetto di intrattenimento implica una partecipazione attività al fatto, mentre nella situazione sopra descritta il cliente non interviene affatto nella scelta del brano. Le stesse conclusioni possono essere raggiunte, nell’ipotesi in cui, nei predetti locali, vengano diffusi programmi televisivi con accesso non condizionato e quindi liberi.

Con riferimento alle attività di intrattenimento diverse da quelle indicate nella Tariffa allegata al D.P.R. 640/1972, le note ivi contenute precisano che deve essere applicata l’aliquota riferita all’attività che presenta le maggiori caratteristiche di analogia con una di esse. In applicazione di tale principio l’Agenzia delle entrate con la risoluzione n. 81/E/2007 ha chiarito il corretto trattamento fiscale relativo all’attività di “lap dance” svolta in appositi locali i quali utilizzano la formula “ingresso libero e consumazione obbligatoria”, mentre le consumazioni successive alla prima sono facoltative. Secondo l’Agenzia, “la partecipazione determinante ed attiva del pubblico, lo svolgimento e la collocazione delle attività in esame in spazi riservati all’intrattenimento (discoteche o night club) mediante l’utilizzazione di musica prevalentemente non dal vivo” configura una attività di intrattenimento da assoggettare all’imposta con aliquota del 16 per cento, in quanto presenta maggiore analogia con l’attività di intrattenimento danzante anche in discoteche e sale da ballo con prevalenza di musica non dal vivo.

 

 

FIM 2016: I SUCCESSI DI BARLEY ARTS PROMOTION RACCONTATI DAL SUO FONDATORE CLAUDIO TROTTA

Da Bruce Springsteen allo Streeat® Foodtruck Festival, l'attività di promozione eventi svolta da Barley Arts Promotion non passa solo dalla musica. Se ne parla al FIM di Erba con Claudio Trotta, fondatore 37 anni fa di quello che è diventato oggi uno dei più importanti promoter d'Europa.

 

La musica non basta, si dovrebbe dire oggi. Oggi che non c'è evento musicale live cui non venga affiancata una consistente presenza di food&beverage. Oggi che non solo i grandi festival, ma anche i singoli concerti degli artisti, prevedono stand e attrazioni di vario genere, sempre meno legati al mondo della musica e sempre più dipendenti da sponsor extra-settore.

Il food in Italia tira così tanto da rendere incompiuto ogni evento musicale, grande o piccolo che sia, senza che si possa bere e mangiare qualcosa durante lo spettacolo.

E poi c'è l'ultima frontiera, quella delle mostre dall'alto contenuto spettacolare, in cui la stessa Barley Arts ha deciso di entrare di recente.

Di questo, e di altri argomenti legati alla promozione della musica dal vivo oggi, si parlerà al FIM con Claudio Trotta, fondatore e tuttora titolare di Barley Arts, uno dei più importanti promoter d'Europa, tra i primi a impegnarsi nell'organizzazione di grandi eventi extra-musicali, eppure sempre tra i primi in termini di pubblico presente ai concerti dei suoi artisti.

Anche se con il format Streeat© Foodtruck Festival, evento organizzato in collaborazione con Buono Food e dedicato allo street food di qualità, Barley Arts ha collezionato oltre 500.000 presenze nel corso degli 8 giorni di svolgimento in altrettante città italiane (il tour prosegue tuttora), non si possono non citare le 170 mila presenze del famoso concerto di Campovolo con Ligabue nel 2005 e le 92.000 presenze di Imola con gli AC/DC del 2015, anno in cui Barley Arts ha organizzato oltre 300 eventi musicali.

E poi basta citare i nomi degli altri artisti portati in Italia dalla squadra di Trotta per fare un calcolo seppur approssimativo di quanto grande è il pubblico coinvolto dal lavoro di Barley Arts: Bruce Springsteen and The E Street Band, Brian May & Kerry Ellis, Queen + Adam Lambert, Deep Purple, The Cure, Mika, Kiss, The Chemical Brothers, The Prodigy, Television, Deftones, Garbage, Fink, Paul Weller, John Hyatt and The Combo, Natalie Imbruglia, Glenn Hughes, John Mayall, Kaky King, Joe Satriani, Steve Vai and The Aristocrats, Joe Bonamassa e molti altri (tra cui gli italiani Niccolò Fabi, Paola Turci e Lorenzo Fragola e altri dell'area più "alternative").

 

L'incontro con Claudio Trotta di Barley Arts avverrà alle ore 16.15 di venerdì 9 settembre in CASA FIM e, in forma più approfondita, alle ore 17 dello stesso giorno nell'area Meet The Music.

Dopo l'intervista in CASA FIM, Claudio Trotta riceverà il FIM Special Guest "Top Events Promoter".

 

Siae, diritto d'autore sospeso nell'area del terremoto

Come primo atto concreto e’ stata immediatamente disposta la sospensione, fino a data da destinarsi, dei termini di pagamento del diritto d’autore, per le attivita’ ad esso soggette, ed anche il rimborso di tutti i pagamenti anticipati per diritto d’autore per tutte le situazioni che hanno comportato e che comporteranno interruzione di attivita’, nonche’ la sospensione del recupero crediti in favore di esercenti ed organizzatori di spettacoli direttamente operanti nei comuni coinvolti dai drammatici eventi”. E’ quanto si legge in una nota della Siae.
“Non appena si avra’ piu’ chiaro il quadro della situazione il Presidente Filippo Sugar e il Direttore Generale Gaetano Blandini proporranno agli Organi Sociali della Societa’ ulteriori aiuti concreti in favore delle popolazioni colpite”, conclude la nota ripresa da AGI.

Ventotene summit, the rebirth of Europe comes from the centrality of Culture

 

Appreciation of the initiative by the President of Assomusica, Vincenzo Spera

Assomusica, the Italian Association of the organizers and producers of Live Music Shows, expressed strong appreciation for the initiative of Italian Premier Matteo Renzi at the summit of Ventotene, supporting the role and the centrality of Culture for a renaissance of Europe, and underlining the importance of the locations where culture is made.

"Assomusica warmly welcomes the initiative of our Prime Minister," says Mr Vincenzo Spera. "Thanks to the actions of our Government and of Minister Franceschini, culture is finally starting to get the proper recognition on European level, while the much waited for law on music is taking shape in Europe. Assomusica is working on its guidelines together with the office of the president of the Culture Commission Silvia Costa. Our hope is that in Ventotene, in the field of cultural policy, this law can finally be launched, and that the Juncker Plan can also be applied to the financing of cultural and creative industries".

Music is one of the artistic expressions that are mostly appreciated by the public and that are more sensitive to the great changes in the world, while Italy is one of the leading European countries in terms of heritage and tradition in the sector. It is therefore crucial considering its raise given the strategic role within the artistic and cultural activities of the country, and even considering the European legislation in the field.

"It is commendable that the Italian Government supports the cultural heritage, and it is up to everyone to continue working together to ensure that music, an integral part of Culture, has the necessary centrality, recognition and regulation, including in Europe, and is finally present with proposing and cohesive actions", adds president Spera.

 

On Stage, La polemica sullo stop dei concerti a San Siro

Stop ai concerti allo Stadio San Siro di Milano a partire dall’estate del 2018. È la notizia che sta facendo il giro della Rete e che sta lasciando sbalorditi i tanti che proprio nella location meneghina hanno assistito a show memorabili – e che speravano di poterlo fare ancora. A riportare la news è stato anche Il Giorno, che spiega come le prime richieste dei promoter siano state rispedite al mittente: «I promoter musicali, Live Nation in primis, hanno già iniziato a chiedere la disponibilità di alcune date del Meazza per l’estate 2018 ma la risposta di M-I Stadio, la società controllata da Milan e Inter che gestisce lo stadio di proprietà comunale, è stata netta: non è possibile fare nessuna prenotazione per l’estate 2018, perché non è detto che per quell’anno il Meazza continui ancora a ospitare eventi musicali».

Comunicazioni ufficiali a riguardo non sono arrivate, ma anche un “no” ad un solo concerto – considerato che ad esibirsi nello stadio sono i big nazionali ed internazionali – suona come una stonatura e solleva polemiche e ipotesi su quali siano le motivazioni. E se la voce dei comitati di quartiere che da anni combattono contro gli inconvenienti derivanti da eventi simili pare essere, per quanto agguerrita, troppo flebile per riuscire in questa “impresa”, di tutt’altro peso sono quelle delle società proprietarie delle due squadre di calcio, diventate entrambe a guida cinese negli ultimi mesi.

 

Proprio l’avvicendamento nei board di Milan e Inter può più probabilmente essere alla radice della decisione, che resta però senza spiegazioni. Sempre Il Giorno riporta che anche la Federazione Italiana Rugby si è vista negare a fine luglio la possibilità di avere a disposizione San Siro per la partita tra la nazionale tricolore e i neozelandesi All Black, cosa che fa pensare come non si tratti della volontà di dedicare gli spazi dello stadio solo ad eventi sportivi, ma di renderli solo appannaggio dei match di calcio – a nulla è servito l’intervento dell’Assessore allo Sport del Comune di Milano (che è proprietario della struttura) Roberta Guaineri.

Vasco Rossi, Ligabue, Jovanotti, Tiziano Ferro, Laura Pausini, Negramaro, Bruce Springsteen, Beyoncè, U2, Depeche Mode, Bon Jovi, Madonna, Muse sono solo alcuni dei nomi nazionali ed internazionali che negli ultimi anni hanno lasciato il segno a Milano cantando al Meazza: merito del loro talento, ma anche di una location che rende davvero speciale e unico ogni live, per chi ha la fortuna di esibirsi e per chi fa parte del numeroso pubblico che può ospitare. Non corre rischi la stagione 2017, ma da quella successiva la città, orfana già da qualche anno dell’Arena Civica, perderebbe l’unica location urbana all’aperto – e la più capiente – che le era rimasta per i grandi eventi musicali. Urgono spiegazioni. E una valida alternativa.

La notizia di ieri dello stop ai concerti a San Siro dato ai vari promoter musicali da M-I Stadio, la società di Milan e Inter che gestisce lo spazio, ha destato scalpore e sollevato doverose polemiche. La decisione dovrebbe essere effettiva a partire dall’estate 2018, ma la questione resta spinosa. A sollevarla è stato Il Giorno e in serata è intervenuto anche l’Assessore allo Sport Roberta Guaineri: «Nessuna comunicazione in questo senso è arrivata al Comune di Milano da parte di Inter e Milan ma il tema sarà sicuramente affrontato nell’ambito del primo incontro tra la nuova Amministrazione e le società che gestiscono San Siro», ha commentato all’Ansa.

«Vietare la disponibilità di San Siro per gli eventi musicali sarebbe una grave perdita… Questi concerti non interferiscono con l’attività calcistica e sono ben regolati a livello amministrativo per limitare il loro impatto sulla vita dei residenti. Si tratta di ottime occasioni di aggregazione e di promozione della città perché portano a Milano grandi artisti di qualità internazionale» sono le sue parole riportate dal Corriere della Sera. L’Assessore era stato già citato anche dal Giorno, che aveva precisato come il Comune in quanto proprietario della struttura in luglio avesse provato ad intervenire per far cambiare idea a M-I Stadio, ma invano.

Le precisazioni di Guaineri distendono i toni e rimandano tutto alle prossime settimane, la faccenda resta sospesa. A dare qualche rassicurazione in più ci ha pensato uno dei potenziali interessati, il patron di Barley Arts Claudio Trotta. Dal suo account Facebook ha tranquillizzato tutti sottolineando che «la convenzione trentennale fra Comune di Milano e Inter e Milan per la gestione dello Stadio non permette alle squadre di rifiutare l’utilizzo a terzi se non per acclarati motivi di utilizzo proprio e o di rifacimento e manutenzione delle strutture». Carta canta.

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