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La Musica dal vivo: possibili scenari

Collaborazione internazionale ed Europa sono stati fra i concetti al centro del convegno nazionale di Assomusica dal titolo La Musica dal vivo: possibili scenari! che si è svolto a Roma. Un concetto di internazionalizzazione che è stato affrontato da rappresentanti di associazioni come BDV, la principale omologa di Assomusica in Germania, rappresentata dal suo presidente Jens Michow, ma anche con gli interventi di Didier Zerath, della francese DZ Factory, e Georges Perot, fondatore fra l'altro anche di MESO Music events. Zerath e Greg Parmley dell'organizzazione britannica International Live Music Conference, in collegamento via Skype, hanno spiegato lo stato della musica dal vivo nei rispettivi Paesi. Nel Regno Unito, ha raccontato ad esempio Parmley, il turismo musicale è molto importante: "solo nel 2014 500 mila persone sono venute in Gran Bretagna per assistere a uno spettacolo". Ha continuato spiegando che la musica è sempre più a livello corporativo e questo fattore, collegato al fatto che il settore live si sta internazionalizzando, "rende necessario un sostegno maggiore per i giovani talenti europei".

Georges Perot ha poi cominciato spiegando che la Grecia, come altri Paesi quali Ungheria e Repubblica Ceca, non ha un vero mercato musicale ma che a livello europeo la sua associazione si sta attivando per permettere al pubblico di scoprire i vari talenti locali. In Grecia, inoltre, un solo evento in cui sono stati investiti 100 mila euro ne ha fruttati 1.4 milioni in ritorno per la città coinvolta. "È importante la coesione a livello europeo e il progetto Nimpe sta proprio cercando di aiutare l'internazionalizzazione della musica. Trieste è tornata sulla scena del turismo internazionale con la costruzione di un'autostrada per la Slovenia e la nascita di spettacoli dal vivo".

Francia e Germania sono mercati, naturalmente, molto grandi e Zerath ha portato alcune cifre per far capire lo stato della musica in Francia: "L'anno scorso un terzo della popolazione ha visto almeno un concerto, con un totale di circa 55 mila eventi live che solo a livello di biglietti hanno fruttato 150 milioni di euro". Ha poi spiegato come le circa 4000 aziende che operano nel settore sono in maggioranza molto piccole e, nei prossimi anni, arriverà quasi sicuramente un accorpamento.

Anche la DG Cultura della Commissione europea è stata rappresentata all'evento, con il collegamento della responsabile Corinne Rigaud. "L'industria musicale è il terzo maggiore datore di lavoro nell'Unione europea e ovviamente negli ultimi anni è stata influenzata dal digitale" ha spiegato Corinne Rigaud, che ha poi raccontato l'importanza dell'incontro dello scorso dicembre, insieme ai maggiori attori nella scena della musica live a livello europeo, artisti, produttori, organizzatori, compresa Assomusica, organizzato per parlare di dati e metadati, di promozione della diversità culturale e anche del sostegno alle startup. "È stato un importante passo avanti e ci ha permesso di raccogliere un patrimonio di idee". Le strategie dell'Unione europea, ha sottolineato, saranno sempre più specializzate direttamente sulla musica: "Posso annunciarvi la nascita della strategia Music Moves Europe, la musica muove l'Europa".

C'è stata anche ovviamente tanta Italia nel pomeriggio di lavori, a partire dal saluto del Presidente dell'Agis Carlo Fontana, che a sua volta ha sottolineato l'importanza dell'idea portata avanti da Assomusica di un "sistema con gli altri Paesi europei", mentre il direttore generale del Mibact Onofrio Cutaia ha aggiunto quanto sia fondamentale la coordinazione a livello anche locale e nazionale per capire "chi fa cosa". La rete locale è fondamentale anche nel lavoro di Carlo Testini, responsabile nazionale cultura dell'Arci, che ha fatto notare come proprio queste realtà siano importanti nella promozione della diversità.

Il presidente di Assomusica Vincenzo Spera ha poi voluto sottolineare le diverse attività dell'associazione che "si occupa di tutta la filiera della musica dal vivo. L'unica cosa che l'ha accompagnata nei suoi vent'anni di vita è la necessità di una legge per regolamentare il settore. Oggi abbiamo un'opportunità, la concomitanza dell'elaborazione legislativa a livello europeo e italiano. Se si riuscisse a creare un collegamento, necessario, sarebbe molto importante per il percorso che stiamo costruendo".  

Il diritto d'autore è entrato nella discussione con le parole del compositore e membro del consiglio di garanzia della SIAE Mario Lavezzi, che ne ha parlato come di un "diritto inalienabile", specificando che la SIAE si sta battendo per far riconoscere la figura dell'autore oltre a quella del musicista.

L’ucraina Jamala è la vincitrice dell’Eurovision

 

È stata Jamala, cantante ucraina, a vincere il concorso Eurovision, in Svezia, con la canzone 1944, dalla forte connotazione politica. Il brano parla della deportazione dei tatari della Crimea come forma di punizione collettiva per il loro presunto collaborazionismo con il regime nazista. In generale, all’Eurovision non sono ammessi brani politici ma, in questo caso, la canzone non è stata giudicata tale perché dedicata dala cantante alla nonna, che aveva subito proprio questo destino.

Le preferenze della giuria, invece, sono andate all’artista australiana di origine coreana Dami Im, al secondo posto nella classifica generale, seguita dalla Russia con Sergey Lazarev. La vittoria ucraina ha comunque causato una polemica in Russia. Francesca Michielin, che rappresentava l’Italia, è arrivata sedicesima su ventisei partecipanti.

Dynamic pricing: come acquistare biglietti al momento giusto e al prezzo migliore

 

Non sono più solo le linee aeree a cambiare prezzo ai proprio biglietti a seconda del momento non solo dell’anno ma anche del giorno in cui si compra e di quanto siano richiesti. Ora, è una pratica abituale anche nello sport, negli zoo e negli show di Broadway. Il cosiddetto «dynamic pricing», il prezzo dinamico, spesso crea problemi ai consumatori ma può anche rappresentare un’occasione se tenuto d’occhio. Acquistare all’ultimo minuto è di solito più costoso, così come scegliere le date più richieste.

Anche una startup italiana, dynamitick.com, si occupa di aiutare le aziende a calcolare l’andamento migliore per i prezzi dei loro eventi, trovando la strategia giusta e valutando anche il modo di comunicare con i clienti. Secondo alcuni esperti la strada da percorrere potrebbe essere questa anche nella musica, dove i biglietti stanno aumentando di prezzo sempre di più negli ultimi anni e dove, sempre di più, si sente il peso del bagarinaggio. 

Al Salone del libro di Torino Il Cacciatore di meduse di Ruggero Pegna

Il Salone del libro di Torino chiude i battenti oggi dopo cinque giorni di presentazioni e conferenze sul mondo dell’editoria. Fra gli stand era presente anche il libro Il cacciatore di meduse, scritto dall’associato di Assomusica Ruggero Pegna ed edito da Falco. Nonostante «di giorno» sia un promoter musicale, Pegna è anche un autore che si occupa spesso di temi sociali, come la pena di morte in La penna di Donney, o anche la leucemia che l’ha colpito due anni fa, in Miracolo d’amore.  

Il cacciatore di meduse racconta la storia di un migrante somalo, Tajil, che arriva a Lampedusa con la madre e un giocattolo, un piccolo Pinocchio di legno. «Viaggiare in certe storie incredibili vissute da altri, immedesimandoci, permette ad ognuno di curiosare ed entrare nelle pieghe più profonde dell’animo umano, riuscendo a provare forti e inimmaginabili emozioni, condividerne paure e speranze» spiega Pegna.

Il libro è nato «da un incontro reale sulle spiagge di San Vito Lo Capo. L’immagine di un ragazzo di colore che cacciava meduse per liberare il mare ai turisti e, in cambio, ricevere qualche moneta, mi colpì al punto da decidere di scrivere una breve poesia. In realtà, ne è nato qualcosa di più». Per Pegna, scrivere è importante, tanto da farlo nei momenti liberi dal suo lavoro nel campo musicale: «Sono attività inconciliabili. Per scrivere, mi ritaglio spazi anche di notte, magari con la compagnia discreta della musica di alcuni pianisti».

 

 

Il Sole 24 ore: Diritto d’autore, cercasi concorrenza all’europea

Cesserà il monopolio Siae dei diritti d’autore? Oppure il faticoso recepimento delle indicazioni europee rafforzerà la posizione della Società italiana autori ed editori? Il confronto è serrato e l’ultimo colpo di teatro, quattro giorni fa al Senato, è stata l’interpellanza al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini da parte di sei parlamentari di schieramenti diversi, che chiedevano una spinta più decisa verso la liberalizzazione, un tavolo tecnico sulla riforma e una commissione ministeriale per verificare la gestione dell’ente. Ma poche settimane prima c’era stato l’annuncio del rapper Fedez, passato da Siae alla concorrente Soundreef. Con seguito di polemiche, accuse di strumentalizzazione e dichiarazioni incuriosite di tanti illustri colleghi. 

La Siae, ente pubblico economico a base associativa che in Italia si occupa di protezione, esercizio e intermediazione del diritto d’autore, esiste da 134 anni, quando nel consiglio direttivo sedevano Giuseppe Verdi e Giosuè Carducci, ma probabilmente mai come negli ultimi due mesi è salita al centro dell’attenzione. Merito del dibattito intorno al recepimento della Direttiva Barnier, la 2014/26 con cui la Commissione Ue ha inteso modernizzare la gestione collettiva del diritto d’autore, così da assicurare piena competizione tra le società di collecting operanti nei diversi Stati dell’Unione. In linea con la tradizione del Paese di guelfi e ghibellini, ci si è presto divisi tra chi è per la conservazione del monopolio di Siae e chi a favore dell’apertura a soggetti concorrenti. L’interpretazione della Direttiva Barnier, d’altra parte, non è univoca: afferma il principio di concorrenza tra le diverse società di raccolta dei diversi Paesi Ue (un autore italiano può decidere, cioè, di farsi tutelare da un gestore tedesco o spagnolo) o punta all’apertura dei singoli mercati nazionali a più operatori com’è da sempre, per esempio, in Inghilterra, dove c’è un mercato aperto con un leader assoluto (Prs), o negli Usa dove c’è Ascap che compete con Bmi e Sesac?

Il cammino della legge di recepimento 

In quest’ultima legislatura gli orientamenti politici sembravano inizialmente indirizzati in questa direzione, con Ddl come quelli presentati dagli onorevoli Francesca Bonomo e Andrea Romano. Dal 2013 a oggi il Parlamento ha lavorato molto sul tema (17 le iniziative di legge), eppure si è arrivati al 10 aprile 2016, termine per recepire la Direttiva Barnier, senza una legge di recepimento. La macchina del legislatore ha ora accelerato nella direzione indicata dal ministro Franceschini in Parlamento: «Dobbiamo avere la consapevolezza – diceva Franceschini – che se il mercato della creatività ha una dimensione europea, l’Europa diventa il più grande produttore di contenuti, con una forza contrattuale enorme. Se si va verso questa direzione, non ha senso scomporre la parte nazionale. Va fatto invece un lavoro urgente di profonda riforma della Siae». E così la Camera ha licenziato un testo di recepimento della Direttiva che non supera il monopolio Siae, ma interviene su quest’ultima affinché garantisca «idonei requisiti di trasparenza, efficienza e rappresentatività, comunque adeguati a fornire ai titolari dei diritti una puntuale rendicontazione dell’attività svolta nel loro interesse». Due settimane fa il provvedimento è arrivato al Senato. Si ipotizzava un varo rapido ma l’interpellanza di giovedì scorso ha rimesso tutto in discussione.

Il confronto tra le parti 

Intanto si serrano le fila dei due schieramenti contrapposti: 300 imprese del digitale scrivono al premier Matteo Renzi perché cessi il monopolio di Siae; ma la società presieduta da Filippo Sugar, discografico indipendente ed editore a capo della label di famiglia, incassa le lettere di sostegno delle associazioni delle etichette indipendenti e del Consiglio internazionale degli autori. A colpo però risponde colpo e chi sostiene la liberalizzazione totale del mercato italiano punta il dito verso problematiche storiche di Siae, spesso divenute oggetto delle cronache: da un sistema di ripartizione dei diritti spesso forfettario e quindi poco trasparente all’eccessiva discrezionalità degli agenti durante i controlli, da investimenti non proprio in linea con il core business e per giunta fallimentari (i titoli Lehman Brothers) all’alta frequenza di rapporti di parentela tra i dipendenti. Sugar si ribella di fronte alle generalizzazioni: «Con il 2013 – spiega – è cominciato un nuovo corso. Non nego che ci fossero problemi prima e chi mi conosce sa che da imprenditore mi sono espresso in termini inequivocabili sul tema». A lui il dibattito sulla liberalizzazione appare però «surreale, intriso di demagogia e anti-storico. Il mondo sta andando verso le concentrazioni, non vedo perché l’Italia debba marginalizzarsi ancora di più indebolendo il soggetto che per più di un secolo ha gestito il settore».

Il nuovo corso di Siae 

Sugar parla di una Siae in profondo cambiamento, con gli incassi sul diritto d’autore saliti del 9,5% (+49,7 milioni rispetto al 2014), gli importi ripartiti (475 milioni) che rappresentano il 90% degli incassi da ripartire, i costi di gestione che scendono di 700mila euro, ossia dell’1% rispetto al 2014 e quelli per il personale – 1.250 addetti e 476 mandatarie per 10 sedi e 29 filiali – che calano del 3% (-2,3 milioni). «In compenso – continua – abbiamo investito 16 milioni in sviluppo, per i nuovi sistemi tecnologici che ci consentiranno una ripartizione sempre più trasparente e puntuale dei diritti». Che ne pensano le imprese che quotidianamente si confrontano con il tema? Per Enzo Mazza, presidente di Fimi, l’associazione delle major discografiche, «l’Italia deve mettersi al riparo da uno scenario di polverizzazione del mercato. Quattro anni fa abbiamo avuto l’esperienza della liberalizzazione dei diritti connessi (i diritti per chi non è l’autore, ma partecipa a una determinata opera, ndr.) che ha portato soltanto confusione. Sono gli utilizzatori stessi a chiedere ordine». Laico l’approccio di Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, associazione dei promoter, per il quale «il problema non è fare una battaglia ideologica su Siae, ma ottenere dal legislatore una reale modernizzazione della gestione del collecting, nel senso di maggiore trasparenza e puntualità. Mi pare che i propositi riformatori del legislatore siano buoni. Il tema è vedere come questi propositi verranno tradotti in fatti concreti». Con il collecting del resto non si scherza: vale il 30% dell’intero mercato discografico nazionale. E in tutti questi anni è cresciuto, nonostante la crisi del settore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Biondi e Francesco Prisco

Giudice belga chiude per frode tre siti di secondary ticketing

 

Un giudice belga ha ordinato la chiusura di alcuni siti di rivendita di biglietterie di secondary ticketing, soprattutto a causa dei titoli di accesso fasulli venduti da alcuni siti. Le frodi, spiega il sito IQ, sono sempre più diffuse, almeno secondo quanto espresso dal magistrato.

I siti utilizzati per le frodi includono Topticketshop, Rang1tickets.nl e Tickets België. L’ammontare della frode è di più di 400 mila euro, per aristi che includono Adele. L’investigazione è stata iniziata dal ministro degli affari per i consumatori Kris Peeters, che oltre a promuovere la chiusura ha anche avvertito i cittadini di non usare questi siti. «I consumatori hanno avuto un danno finanziario e le loro informazioni personali sono state violate».

Madonna, tributo a Prince ai Billboard Music Awards

Madonna ha deciso di rendere omaggio a Prince durante i Billboard Music Awards del 2016. L’interprete di Material Girl realizzerà il suo tributo all’amico, morto il 21 aprile a 57 anni, ma non ha voluto svelare alcun dettaglio prima dello spettacolo che si svolgerà il 22 maggio alla TMobile Arena di Las Vegas. Fra le altre persone a esibirsi ci saranno anche Justin Bieber, Britney Spears, Demi Lovato e Pink. Un premio speciale, oltre a quelli ancora da svelare, sarà inoltre assegnato a Celine Dion.

Mumford and sons, un appello contro il bagarinaggio

 

Anche i musicisti si sono schierati contro il bagarinaggio. La band Mumford and sons ha deciso di pubblicare un appello online da far firmare a tutti i suoi fan: «Se salire sul palco è una delle cose più belle dell’essere un musicista, vedere il tuo pubblico che viene derubato è senza dubbio la peggiore» ha scritto sul sito.

Il bersaglio principale dell’appello sono le grandi organizzazioni per il secondary ticketing: «Al momento, la legge rende facile per questi operatori loschi raccogliere i biglietti e approfittarne, così ci siamo uniti con altri nel mondo della musica per sostenere una petizione che chiede ai politici di rendere più severa la legislazione». La petizione deve raccogliere centomila firme, su Twitter l’hashtag è #Toutsout.

MIBACT, un miliardo di euro per la promozione culturale

Un miliardo di euro del fondo Sviluppo e coesione è stato stanziato per 33 interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e di promozione del turismo culturale. Lo scopo è attivare il potenziale dell’attrattività turistica e integrare turismo e cultura. La proposta è arrivata dal Ministro dei beni e attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. 

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