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Segreteria Assomusica

E-commerce con regole comuni

Il commissario Jourová: armonizzazione per servizi digitali e beni «tangibili»

bruxelles

Tra le priorità della Commissione Juncker vi è il rafforzamento, o meglio il completamente del mercato unico, minacciato anche dalle sospensioni qua e là del principio di libera circolazione per via dell'emergenza rifugiati. L'esecutivo comunitario presenterà la settimana prossima nuovi testi legislativi con l'obiettivo di armonizzare le regole nel commercio su Internet e di incentivare gli acquisti online. L'Italia è uno dei Paesi europei più arretrati in questo campo. 

«Il mercato del commercio online è molto frammentato, con il risultato di imporre costi elevati alle imprese – spiega la commissaria alla Giustizia Vera Jourová, in prima linea anche nelle trattative con gli Stati Uniti in vista di un nuovo trattato sulla gestione dei dati informatici -. Il nostro obiettivo è di armonizzare le regole con cui risolvere diatribe sulla qualità del prodotto o sul modo in cui terminare il contratto. Le misure che intendiamo proporre hanno lo scopo di creare un vero mercato unico digitale».

Due sono le proposte che verranno presentate mercoledì 9 dicembre. La prima riguarda i contenuti digitali (musica e film). La seconda è tutta rivolta ai prodotti tangibili. Tra le altre cose, Bruxelles proporrà di armonizzare la durata della garanzia: due anni dal momento dell'acquisto. Oggi, in molti Paesi europei, l'acquirente deve dimostrare che vi fosse un difetto di fabbricazione all'origine. 

Dal 2018, quando le nuove norme sperabilmente entreranno in vigore, questo obbligo non esisterà più.

Nel campo dei contenuti digitali, la proposta comunitaria prevede che in caso di difetto il venditore dovrà procurare all'acquirente un nuovo prodotto digitale simile o rimborsare l'acquisto. Invece, oggi in molti Paesi, in caso di problema, la società venditrice tenderà a offrire all'acquirente un buono in denaro da utilizzare per altri acquisti. «Il nostro obiettivo è di incentivare le persone ad acquistare e a vendere online in tutta Europa, grazie a regole comuni», precisa ancora la signora Jourová.

Le statistiche in questo campo sono particolarmente interessanti. Attualmente, solo il 37% vende online nel proprio Paese e appena il 12% dei negozianti vende online fuori dal proprio Paese. Per il 39% dei negozianti che vendono su Internet, le differenze amministrative o legali nazionali sono di ostacolo alla vendita all'estero. Adattarsi ai contratti locali costa alle società circa 9mila euro una tantum per ogni Paese membro in cui vogliono mettere radici.

In Italia, appena il 10% dei negozianti vende online all'estero e il 27% vende online in patria. Addirittura, solo il 9% dei consumatori italiani acquista su Internet. «È un problema di fiducia – nota la commissaria, le cui proposte andranno approvate dal Parlamento e dal Consiglio -. Vogliamo rassicurare con regole chiare e armonizzate per tutti». Nel campo dei contenuti digitali, solo due Paesi europei – la Gran Bretagna e l'Irlanda - hanno regole specifiche. Tutti gli altri utilizzano le norme del Codice civile.

Nuove regole commerciali in campo digitale giungono mentre il tema della privacy su Internet è diventato ormai centrale. La stessa signora Jourová sta negoziando con gli Stati Uniti un nuovo accordo Safe Harbor, dedicato all'uso dei dati informatici parcheggiati oltre Atlantico nei computer delle società americane (da Google a Facebook). Una recente sentenza della Corte europea di Giustizia ha considerato invalido l'attuale Safe Harbor perché non offre tutela sufficiente alla privacy dei cittadini europei.

«Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra difesa della privacy e bisogno di sicurezza – dice l'esponente politico ceco –. Vogliamo chiarezza sulle regole, i limiti e le eccezioni che regoleranno l'accesso ai dati da parte delle autorità americane». La commissaria sa che le regole da applicare sul territorio degli Stati Uniti non possono che essere quelle americane, ma ricorda: «La sentenza della Corte precisa che il nostro obiettivo è di ottenere una protezione fondamentalmente equivalente».

fonte: Il Sole 24 Ore

In allegato l'articolo completo

New York, il secondary ticketing (per Bruce Springsteen) finisce sotto indagine

Il procuratore generale dello stato di New York Eric Schneiderman ha posto sotto indagine i siti di secondary ticketing StubHub (controllato da eBay), TicketNetwork e Vivid Seats in riferimento a biglietti per il prossimo tour di Bruce Springsteen messi in vendita - ovviamente a prezzo maggiorato - sulle stesse piattaforme: lo riferisce l'agenzia Reuters, secondo la quale - a dare l'avvio alle indagini - sarebbe stata la presenza di tagliandi (a costi anche superiori ai 5000 dollari americani) prima dell'avvio delle prevendite generali, previsto per il prossimo 11 dicembre. Lo staff di Schneiderman ha intimato alle società di rimuovere le offerte messe nel mirino dagli inquirenti, richiedendo urgentemente un incontro con i vertici delle aziende per aprire un tavolo contro la speculazione attuata sugli ingressi per gli spettacoli dal vivo. Un collaboratore del procuratore generale, Jordan Adler, al proposito ha dichiarato:

Quasi sicuramente le offerte speculative per i prossimi spettacoli americani del Boss sono un bluff messo in atto da iscritti alle piattaforme di secondary ticketing, che in anticipo sui tempi promettono un biglietto che solo in un secondo momento cercheranno di conquistare, ovviamente sul mercato primario. Dal canto loro, le tre società hanno offerto collaborazione, seppure in diversa misura: mentre TicketNetwork e Vivid Seats hanno accolto in pieno la richiesta delle autorità, oscurando le richieste sospette, StubHub si è limitata a rassicurare i clienti, affermando che "quand'anche casi del genere dovessero verificarsi, o verranno trovati biglietti delle stesso tipo o migliori in sostituzione, o verrà fornito il rimborso".

fonte: Rockol.it

http://www.rockol.it/news-650252/secondary-ticketing-indagini-stato-new-york-tour-bruce-springsteen

 

Adele, inizia oggi la corsa ai biglietti per le date a Verona. D'Alessandro: 'Tolleranza zero verso il secondary market' - I PREZZI

L'evento musicale live dell'anno - si parla di ben oltre 100mila richieste a fronte di circa 24mila posti complessivi, distribuiti su due serate - non farà solo gola ai tanti fan delladiva pop britannica, catalizzando l'attenzione di media e osservatori, ma anche agli speculatori professionisti, che nella breve residency di Adele all'Arena di Verona potrebbero intravedere un'ottima occasione per fare affari d'oro: perché quanto successo con l'unica data italiana - sempre nella prestigiosa struttura scaligera - del tour d'addio dei Black Sabbath, con una discreta quota di tagliandi finiti sul mercato secondario a prezzo maggiorato prima ancora dell'apertura delle prevendite generali, potrebbe ripetersi. All'alba dell'apertura delle pre-prevendite - solo per gli iscritti al sito ufficiale Adele.com, che avrà luogo alle 10 del mattino di oggi, mercoledì 2 dicembre - Rockol ha parlato con gli organizzatori dei due eventi, cercando di capire cosa sia stato fatto affinché l'inevitabile corsa al tagliando - che per i non iscritti prenderà il via venerdì 4 dicembre, sempre alle 10, sulla piattaformaTicketone - possa svolgersi all'insegna del fair play.

"Il secondary market, noi, l'abbiamo sempre contrastato", ci racconta Mimmo D'Alessandro, che con il socio Adolfo Galli ha organizzato le due serate all'Arena della voce di "Hello": "Da noi non hanno mai avuto un biglietto, e mai l'avranno. E per evitare speculazioni, sia noi - come promoter - che il management di Adele abbiamo preso tutte le contromisure del caso, come limitare a quattro la quantità di biglietti acquistabile per transazione. La preoccupazione che qualcosa possa finire sul mercato secondario c'è, ma l'impegno per arginare il fenomeno, da parte nostra e del suo entourage, è estremo. Per le due date di Verona, anche per le prevendite anticipate, non è previsto l'intervento di attori terzi [per la data dei Black Sabbath, sempre a Verona, l'opportunità dell'acquisto anticipato rispetto alle prevendite generali venne accordato ai titolari di American Express]: a gestire le operazioni ci solo il sito ufficiale di Adele e noi. E combattere i tentativi di speculazione è nostro interesse comune".

"Si tratta di bagarinaggio, inutile girarci intorno", prosegue D'Alessandro: "Noi, da canto nostro, non arretriamo di un millimetro. Per le due date all'Arena di Verona riceviamo chiamate da amici e personalità, che ci pregano di tenere da parte dei biglietti, ma noi non faremo nessuna distinzione, non accordando favoritismi a nessuno. Gli appassionati che si sentono - giustamente - frodati da questo fenomeno devono capire che il secondary market danneggia innanzitutto noi: combatterlo insieme è un interesse comune a quanti abbiano a cuore la musica".

Per il momento, quindi, non rimane che attendere e osservare: con i primi biglietti (dai 115 euro della platea gold ai 69 della gradinata non numerata, passando per i 103,50 della platea non numerata e i 92 della tribuna numerata: tutti i prezzi sono comprensivi di diritti di prevendita, ma non di eventuali commissioni addizionali) disponibili a brevissimo solo per i fan irriducibili - e indentificabili, perché iscritti al sito ufficiale - gli scalper dovrebbero essere messi fuori gioco almeno per i prossimi due giorni. A meno che tra gli iscritti al sito non si nasconda qualcuno che, più che ai concerti di Adele, sia interessato a fare affari...

fonte: Rockol.it

http://www.rockol.it/news-649900/adele-verona-biglietti-prezzi-prevendite-disponibilita-secondary-marke

I promoter francesi chiedono allo stato 50 milioni di euro per il post-Bataclan

La Prodiss, il sindacato nazionale che rappresenta tutti gli addetti ai lavori della musica dal vivo francese, ha chiesto allo stato un indennizzo di50 milioni di euro per aiutare il mercato a ripartire dopo l'attacco terroristico dello scorso 13 novembre al Teatro Bataclan di Parigi. 
L'associazione comprende più di 340 compagnie che lavorano nel mondo dei live e degli spettacoli teatrali e ha comunicato che, nelle ultime due settimane, la vendita degli biglietti ha un subito un calo del 80%. 

Il ministro della cultura Fleur Pellerin aveva già rilasciato un finanziamento di 4 milioni al fine di supportare promoter, locali e artisti ma, secondo la Prodiss, non sono minimamente sufficienti per combattere lo shock generale che ha colpito chi normalmente esce la sera. "Non esiste al momento un materasso che possa attutire questa crisi" - ha dichiarato un portavoce dell'associazione - "per questo è necessario rassicurare i professionisti aumentando il finanziamento e gestire meglio l'emergenza".

Dal canto suo la Prodiss promette che devolverà 1 euro per ogni biglietto venduto nel mese di dicembre - notoriamente il mese dell'anno in cui si guadagna di più - a favore delle famiglie delle vittime degli attentati. "Tutti gli operatori del settore devono ora lavorare al fine di supportare le attività musicali, culturali e di svago - conclude la Prodiss - "sono la prova reale che possiamo risollevarci e tornare alla nostra vita di tutti i giorni".

Fonte: Rockit.it

http://www.rockit.it/news/sindacato-musica-francia-richiesta-indennizzo

Il musical «Saranno Famosi» trova sul mercato il 70% del budget di produzione. Ecco chi ha investito

Qualche settimana fa «Money, it’s a gas!» si è occupato del progetto di associazione in partecipazione legato al musical «Fame – Saranno Famosi», in programma al Teatro Nazionale di Milano dal 31 marzo al primo maggio 2016, per complessive 34 date. Ricordate? L’idea partiva dalla Wizard Production Srl di Enrico Porreca che, mediando un format di business molto diffuso a Broadway come nel West End londinese, aveva aperto a potenziali investitori il 75% del budget di produzione (520mila euro) dell’opera tratta dalla fortunata serie televisiva anni Ottanta. Com’è andata questa particolarissima campagna di «apertura al mercato»? A quanto pare molto bene: Porreca ha raccolto 12 adesioni di cui dieci con quote del 5% e due con quote del 10 per cento. Hanno investito con quote del 10% Gemma Ghizzo, vedova del celebre Franco con cui scrisse pagine importantissime della storia del Teatro Nuovo, e l’imprenditore che si occupa di logistica e distribuzione internazionale nel settore moda Fabrizio Dal Pont. Tutti con partecipazioni del 5%, invece, la International Music and Arts, società controllata al 100% da Sony Music che, tra l’altro, organizza gli spettacoli di Franco Battiato, la Antico Teatro Pagliano Srl che gestisce il Teatro Verdi di Firenze, la Eventi Srl di Verona, il Teatro Ariston di Sanremo, controllato dalla famiglia Vacchino, la Show Bees di Gian Mario Longoni, la December Sevens che ha in gestione il Teatro Celebrazioni di Bologna, la Albachiara di Miguel Dell’Acqua, attivo da 30 anni nel settore in Lombardia, e la genovese Duemila Grandi Eventi. Completano il quadro altri due investitori che preferiscono restare anonimi. «Tra gli investitori – spiega Enrico Porreca – altri tre soggetti avrebbero voluto salire con la propria quota al 10%, mentre un quarto intendeva addirittura spingersi al 15 per cento. Li ho convinti a restare a quota 5% perché a breve lanceremo nuove iniziative di associazione in partecipazione, sempre legate al musical. Diversificare gli investimenti può rivelarsi una strategia efficace». Wizard punta infatti a portare in Italia, con la stessa formula, «The Bodyguard», spettacolo tratto dal celebre film con Whitney Houston e Kevin Costner, il cui budget dovrebbe stavolta aggirarsi sugli 1,5 milioni. Si lavora per un debutto all’inizio della stagione 2016/2017 sulla piazza di Milano o Roma. Tornando a «Fame», sono intanto partite le prevendite con alcune centinaia di biglietti già andate via. Considerando il budget, il breakeven sarà raggiunto a quota 20mila ticket da 38 euro staccati, ossia al 46% della capacità reale di affollamento del Teatro Nazionale nelle 34 date di show. Lo spettacolo avrà per regista Federico Bellone, direttore della Scuola del Musical di Milano e proprio negli artisti che ne hanno frequentato troverà gran parte del cast. Ma al di là di questo progetto pionieristico, decollerà la formula dell’associazione in partecipazione qui in Italia? «Per ora – è la risposta di Porreca – registriamo grande curiosità ed entusiasmo. Certo, se arrivasse il tax credit anche per chi investe sulle rappresentazioni teatrali rappresenterebbe una bella spinta per il settore». Governo avvisato.

Fonte Il Sole 24 Ore: http://francescoprisco.blog.ilsole24ore.com/2015/11/27/il-musical-saranno-famosi-trova-sul-mercato-il-70-del-budget-di-produzione-ecco-chi-ha-investito/

Parigi, il rock tra paura e disdette. Assomusica: "Non militarizziamo i concerti"

ROMA - La musica al tempo del terrorismo, i live dopo la strage al teatro Bataclan venerdì 13 novembre nel mezzo del concerto degli americani Eagles of Death Metal. Un effetto domino che ha visto tour posticipati, concerti annullati, quasi tutti i grandi nomi del rock e del pop hanno rinunciato al palco: uno dopo l'altro hanno comunicato la decisione gli U2 che avrebbero dovuto esibirsi proprio a Parigi; e poi i Foo Fighters, i Motörhead, Marilyn Manson, i Mercury Rev. Persino Prince, che avrebbe cominciato il suo tour soltanto a fine mese dalla Konzerthaus di Vienna, rinuncia al tour "Piano e voce" che l'avrebbe portato il 15 dicembre al Teatro degli Arcimboldi di Milano. 

A Parigi venerdì sera c'era anche Carmen Consoli, non era lontana dai luoghi colpiti dagli attacchi terroristici. Sconvolta da quanto stava accadendo, la cantautrice siciliana ha affidato le sue parole alla pagina Facebook: "Venerdì ero a Parigi, ho trascorso la serata e la notte rintanata ad ascoltare rumori sinistri salire dalla strada: spari, urla, sirene. Ho atteso e riflettuto, ma non posso cantare: il canto mi si ferma in gola. Tornerò presto sul palco, ma non ora. Il tour estero dovrà attendere. La musica, l'arte sono espressione di bellezza e fonte di grande felicità. Mi perdonerete, quindi, se in questo momento non riesco a trovare nel mio cuore la gioia che mi ha sempre spinta a suonare. Scusatemi... À bientôt, Paris. Carmen". 

Non tutti rinunciano, c'è anche chi resiste: la sera dopo il massacro di Parigi, Madonna sale sul palco a Stoccolma per una data del tour mondiale e tiene un discorso di dieci minuti prima di cantare tra le lacrime una versione acustica di Like a prayer: "Stavo per cancellare il mio concerto ma poi mi sono detta: perché dovrei permettere loro di fermarci dal godere della nostra libertà?", dice rendendo omaggio ai ragazzi uccisi davanti al palco del Bataclan. E tra chi decide di continuare anche se con misure e controlli rinforzati c'è Bob Dylan che porta il suo neverending tour in questi giorni in Italia.

"Abbiamo assistito increduli e scioccati a quanto accaduto a Parigi e i nostri cuori sono per le vittime e le loro famiglie", hanno scritto Bono e gli altri membri degli U2 prima di cancellare le date nella capitale francese. Dave Grohl e i Foo Fighters hanno annullato le ultime quattro date del tour europeo, li aspettavano a Parigi, a Torino, a Lione e a Barcellona. Il loro messaggio è una triste presa d'atto: "Alla luce di questa violenza senza senso la chiusura delle frontiere e il lutto internazionale, non possiamo continuare in questo momento. Non c'è altro modo per dirlo. Tutto ciò è pazzesco e fa schifo. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con tutti coloro che sono stati colpiti o che hanno perso una persona cara". Anche i Coldplay, che avevano in programma in America un'anteprima live del nuovo album scelgono di fermarsi non prima di aver dedicato una speciale versione di Imagine in ricordo delle vittime.

Jovanotti spiega: "Negli ultimi dieci giorni abbiamo montato lo spettacolo, ma sono stati dieci giorni pazzeschi. In un attimo è cambiato tutto, Parigi ci ha colpito e ci siamo chiesti: 'Cosa stiamo facendo?'. Ma che altro possiamo fare se non questo?". Il cantante, che non ha mai pensato di cancellare i suoi live ("non sarebbe giusto, anche se non è facile ora andare in giro con uno show"), è pronto per il debutto del tour nei palasport questa sera a Rimini.

A Parigi, subito dopo gli attacchi terroristici, quasi tutti i concerti in programma sono stati annullati. Ma da l'altro ieri , con gli Stiff Little Fingers, la capitale francese ha riaperto le porte dei locali al rock mentre l'Opéra Bastille riapre con l'Elisir d'amore di Donizetti, in una messinscena che si è aperta sulle note della Marsigliese. Segnali contrastanti arrivano dal cinema. Mentre infatti ha riaperto in tutta la Francia la catena più grande e importante del paese, il circuito Gaumont-Pathe, vengono rinviati molti nuovi debutti, in particolare è stata posticipata l'uscita di Jane Got a Gun con Natalie Portman, la cui premiere è stata posticipata all'inizio del prossimo anno, e tutto fa credere che nella decisione dei distributori un peso non indifferente l'abbia avuto il titolo. Anche altre premiere hanno subito lo stesso destino: sono stati cancellate le prime di Bridge of Spies di Steven Spielberg, Mia madre di Nanni Moretti, e ancora Steve Jobs e Legend con Tom-Hardy. La Gaumont conferma invece l'uscita di un piccolo anche se importante film d'autore come L'hermine con Fabrice Luchini, visto al Festival di Venezia. "In un contesto tanto drammatico" ha commentato Matthieu Tarot, che ha prodotto il film con la sua Albertine Productions, "siamo felici per la riapertura dei cinema parigini. Condividere la visione di un film in una sala buia significa condividere un momento di piacere, gioia, emozione e riflessione".  

Messaggi di solidarietà sono arrivati da molti importanti locali che ospitano musica dal vivo in Italia, dal Bronson di Ravenna al Lokomotiv e dall'Estragon di Bologna, fino all'Hiroshima mon amour di Torino. "La musica è l'unica cosa che non fa paura, non vuole averla e non speculerà su queste morti", hanno scritto in un messaggio dal Magnolia di Milano.

Secondo Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, l'associazione di categoria dei promoter di musica dal vivo italiani, assicura controlli più rigorosi da parte dei suoi associati: "Non possiamo sostituirci in questo compito di controllo alle forze dell'ordine. Una disposizione ministeriale emanata ieri e trasmessa alla prefetture ha istituito dei tavoli di valutazione sul modello di quelli già esistenti per gli incontri calcistici: ogni caso verrà valutato singolarmente. Dal ministero dell'Interno si annunciano misure per i luoghi più grandi come gli stadi, magari con controlli anticipati rispetto al tempo degli ingressi, si parla di cani anti-esplosivo, e poi di controlli più accurati sugli spettatori al passaggio ai tornelli. Un piano di controlli di questo tipo è scattato per il concerto di Madonna a Torino". 

Da presidente di Assomusica, l'associazione che riunisce la grande maggioranza degli organizzatori di concerti in Italia, Spera annuncia misure per la sicurezza: "Per quanto di nostra competenza all'interno dei luoghi in cui si tengono i concerti, aumenteremo gli incaricati in sala e il livello di vigilanza, impartendo direttive più specifiche rispetto al passato. Ma non ci sentiamo sotto tiro perché ci occupiamo di musica, a Parigi sono stati colpiti luoghi del divertimento in genere. I concerti sono luoghi di pace e di socializzazione, bisogna dunque resistere all'idea di militarizzarli. La reazione dei giovani è stata subito positiva, affatto carica di terrore: venerdì e sabato nei luoghi della movida a Genova ho notato che le presenze non sono diminuite e parliamo di una movida multietnica, nessun sintomo di intolleranza e paura. D'altronde bisogna

anche resistere all'idea che quanto accaduto a Parigi possa alzare un muro intorno alla nostra libertà, perché le cose nel mondo accadono: dopodomani devo partire con un aereo, ora siccome gli aerei di tanto in tanto cadono io allora cosa faccio, non parto più?".

Fonte: Repubblica.it

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/11/19/news/parigi_il_rock_tra_paura_e_disdette_assomusica_non_militarizziamo_i_concerti_-127659154/

Jovanotti: torno nei palasport ma attorno a me tutto è cambiato

GINO CASTALDO 
RIMINI
«È STRANO cominciare adesso un tour» racconta Jovanotti, «è come se fossimo in un’altra epoca rispetto a quest’estate». È vero, è passato pochissimo tempo dal tour negli stadi, ma nel frattempo è cambiato tutto: l’orrore ha colpito al centro la musica e il suo pubblico. «Ma in concerto non ne parlerò, servirebbe solo a strappare un applauso, e del resto nella musica c’è tutto quello che c’è da dire. Sono stati dieci giorni pazzeschi, e mentre montavamo il concerto ci sono stati i fatti di Parigi. C’era uno strano silenzio mentre si lavorava, ma anche la ferma consapevolezza che fosse giusto andare avanti ».
E così da ieri sera al palasport di Rimini è ripartita la macchina Jovanotti (in tour in Italia e all’estero fino a metà gennaio) spumeggiante, sfrenata, ribalda, un flusso inarrestabile che per due ore e mezza fonde riverberi etnici, elettronici, funky, melodici, rap e improvvisazioni, scorribande ritmiche e pezzi di cuore pulsante, un concerto ovviamente figlio di quello estivo, ma completamente rivisitato, con nuovi visual, diverso allestimento («Dovevo cambiare, non amo i confronti, anche perché ci si rimette sempre, e poi sono uno stagionale: l’inverno è diverso dall’estate, i palazzetti sono diversi dagli stadi»).
Dietro la band lo schermo è diviso in tre parti, autonome e sincronizzate, e una lunga pedana s’incunea come una freccia di luce fino al centro dell’area, a sua volta utilizzata come schermo per giochi di grandi effetti. Una volta è la tastiera di un pianoforte “suonata” da Jovanotti a passo di tango, un’altra volta è un filo da equilibrista su cui il protagonista incede in bilico, le sorprese non mancano mai, fumetti, gorilla, le super chicche di Cartoon Network, scene di viaggio, catene umane, per una volta ancora Jovanotti ribadisce la sua teoria del momento: il concerto è una sorta di riproposizione in 3D, sfolgorante e satura, di quello che i suoi pezzi risultano su disco.
E i pezzi sono quelli di sempre: A te, L’ombelico del mondo, Ragazzo fortunato, Bella, Penso positivo, tra tanti altri dell’ultim’ora, daSabato a È la scienza bellezza, riarrangiati, ripensati per questa cavalcata al chiuso, con margini d’improvvisazione, momenti acustici, e addirittura una sortita fino alla consolle di regia dove per qualche minuto fa il dee jay manipolando il suono live della band e inserendo effetti da discoteca.
Ha ragione quando dice che nella musica c’è già tutto. Il suo concerto è una finestra aperta sul mondo, o almeno sul mondo che vorremmo avere.
 
Fonte: Repubblica
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