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Segreteria Assomusica

Nuova guida al Petruzzelli

Biscardi: la buona politica può far bene alla musica.

 

Era uno studente promettente del Conservatorio di Bari, arrivato da Monopoli, quando da ragazzino entrò per la prima volta al Petruzzelli: da allora, Massimo Biscardi, 58 anni, ha girato il mondo. Ora rientra al Petruzzelli come nuovo soprintendente della Fondazione: «Fa un certo effetto... », confessa, poco dopo la sua nomina avvenuta l’altra sera all’unanimità.
Già direttore artistico del Teatro Lirico di Cagliari, ha tenuto concerti come pianista e poi come direttore d’orchestra in mezzo mondo. Ora, consulente artistico dell'Orchestra Mozart di Claudio Abbado, debutta nel teatro che ben conosce, in un momento delicato ma allo stesso tempo carico di futuro.

Biscardi, partiamo da Bari e dai ricordi del Petruzzelli. «Questo teatro ha accompagnato tutta la mia adolescenza e gli anni degli studi al Conservatorio di Bari, anni in cui studiavo con due straordinari didatti, Marisa Somma per il pianoforte e Fernando Sarno per la composizione. Dopo le lezioni, andare al Teatro Petruzzelli era una delle più grandi gioie di tutti noi studenti del Conservatorio. Ho ascoltato tanta bella musica e mi sono formato nell’amore per l'opera lirica e per la musica sinfonica. Ritornare come sovrintendente, sì, fa un certo effetto...».

La sua nomina e le polemiche politiche arrivate da destra: quanta politica c'è nella musica e nella sua organizzazione? «Ho un grande rispetto per le diverse posizioni politiche e credo che la buona politica faccia bene anche alla musica. È importante, però, che non si superi il giusto limite che porta a inutili strumentalizzazioni che, al contrario, fanno solo male alle istituzioni. Ad esempio, mi è dispiaciuto quando si è detto, sicuramente per mancanza di una giusta informazione, che io avrei lasciato un buco di 30 milioni di euro al Teatro Lirico di Cagliari; a Cagliari ho sempre occupato la carica di direttore artistico e, come si sa, i direttori artistici non hanno alcun controllo dei bilanci e non siedono in consiglio di amministrazione».

E il buco da due milioni del Petruzzelli come lo affronterà? «Sto analizzando i problemi riguardanti i bilanci 2013 e 2014: non appena mi sarò fatto un’idea cercherò la soluzione in accordo con il presidente, con i consiglieri di amministrazione e, naturalmente, con il ministero».

La troviamo già al lavoro. Qual è la stagione che sogna di realizzare? «Troppo presto. Devo conoscere approfonditamente il contesto culturale in cui il Teatro Petruzzelli sta operando prima di delineare una linea artistica forte e vincente. Per ora sento di dovermi occupare di mettere in sicurezza il lavoro dei musicisti, dei tecnici e degli amministrativi sui quali si basa la forza e la qualità di questo grande Teatro. E di individuare la strada per aumentare la produttività della Fondazione».

Parliamo di Abbado: una cosa in particolare che le ha trasmesso? «Claudio Abbado è stato un musicista unico, uno dei pochi musicisti che, quando dirigeva, liberava la musica da ogni laccio terreno e la librava in aria. Ed è stato un musicista che fino al giorno in cui ci ha lasciato, ha voluto studiare, studiare, studiare, come se avesse avuto venti anni. Una grande lezione di amore per la musica e di etica artistica».

E Muti dirigerà l'Orchestra Mozart . «Ho trovato bellissimo il gesto del maestro Muti, uno dei più grandi direttori d'orchestra di tutti i tempi, di voler dirigere l’Orchestra Mozart in un concerto al Festival di Ravenna insieme alla sua Orchestra Cherubini. Sarà un momento di grande arricchimento musicale per tutti noi».

Cosa vorrebbe cambiare a Bari... se avesse la bacchetta magica? «Far sì che, per un magico accordo fra Comune, Regione, Provincia e ministero, si possa, come avviene all'estero, conoscere oggi i finanziamenti del prossimo quinquennio e su di essi creare un mondo musicale che consenta a ogni pugliese di vivere una vita accompagnata dalle più grandi opere d'arte, il che, sono certo, accrescerebbe di molto il livello di vita di tutti».

 

di ENRICA SIMONETTI
Fonte http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/nuova-guida-al-petruzzelli-biscardi-la-buona-politica-puo-far-bene-alla-no692821

Sanremo 2014: il Festival è ancora importante per gli organizzatori di concerti?

Nonostante la relativa vicinanza geografica (vive e lavora a Genova), il presidente di Assomusica Vincenzo Spera si è sempre tenuto a una certa distanza dal Festival di Sanremo. L'ultima edizione condotta da Fabio Fazio, però, gli è piaciuta, e in un'intervista rilasciata lo scorso dicembre ad Adn Kronos ha anche lanciato una proposta pro domo sua , nell'interesse cioè degli organizzatori di concerti che rappresenta da un anno e mezzo circa: un "dopo Sanremo live, fuori gara, con tre o quattro set contemporanei che abbiano come protagonisti i primi tre classificati".

Per leggere l'articolo completo clicca qui.

Fonte: www.rockol.it

James Hetfield (Metallica) spiega il disastro economico dell'Orion festival

1 febbraio 2014 - James Hetfield, voce e chitarra dei Metallica, ha recentemente parlato ai microfoni di una stazione radiofonica di Houston, Texas, per un'interessante intervista in cui si è parlato dello stato del metal e dei risultati del festival organizzato dai Metallica, l'Orion [music + more] festival.

In particolare la band da tempo suona moltissimo fuori dagli Stati Uniti e Hetfield spiega così questo fenomeno: "Sapete? Continuiamo ad andare in Europa per i festival estivi. Ci offrono di continuo posti da headliner laggiù. Saremo anche in Sud America, quest'anno. [...] Non so cosa stia accadendo negli Stati Uniti per quanto riguarda i concerti rock e il metal, ma vedo che non c'è molta volontà di proporre dei grossi show che ti invoglino davvero ad andare in giro a suonare. Vedi che ci sono gruppi costretti ad ammucchiarsi con altre sei band per riuscire ad andare in giro a suonare. E' dura in nord America".

E, a questo proposito, Hetfield ha toccato anche l'argomento dell'Orion festival, organizzato e voluto dai Metallica. "Al momento pare che il metal sia in difficoltà negli States. E ovviamente l'Orion [music + more] festival che abbiamo tentato di fare negli ultimi due anni non è andato... ok, è stato un disastro economico e non potremo rifarlo per questo motivo. E' una delusione. Noi cerchiamo di fare quello che possiamo per mantenere viva la faccenda laggiù. E spero di riuscire ad andare in tour negli USA. Sembra un'eternità che non lo facciamo".

Fonte: www.rockol.it

"Ecco le nostre prigioni", il cd registrato in cella dai rapper violenti e pentiti

1 febbraio 2014 PARIGI - Fuori dal carcere grazie a una canzone. "Questo cd ci farà evadere" scherza Badri che ha ancora tre anni da scontare nella prigione di Luynes, un penitenziario ad alta sicurezza in Provenza dove ci sono detenuti famosi, come l'oligarca kazako Mukhtar Ablyazov. Insieme ad altri due rapper, Badri inciso Shtar Academy. Un progetto un po' folle e a fin di bene per convincere i più giovani che la cultura musicale gangster, con testi inneggianti a violenze, aggressioni e spaccio, non è poi così eroica. È il primo tentativo di smitizzare lo "shtar", la prigione in gergo giovanile, parlando ai ragazzi proprio attraverso il loro linguaggio.   I tre detenuti di Luynes sono stati convinti a lanciarsi nella nuova avventura discografica da Maloud Mansouri, un produttore musicale di Tolone, condannato a diciassette anni di carcere. Quando è stato liberato, nel 2008, Mansouri ha deciso di farsi portavoce di una battaglia di rieducazione per la gioventù bruciata delle banlieue, cresciuta all'insegna del rifiuto della legalità. Mansouri ha prima fondato un'associazione che organizza concerti nei centri penitenziari del sud della Francia. Un anno fa, ha proposto un festival di hip hop dentro a Luynes, a cui hanno partecipato tanti importanti nomi del rap francese. È stato allora, racconta il produttore, che ha immaginato di trasformare radicalmente i messaggi contenuti nella musica più ascoltata dai giovani e che spesso esprime odio contro la polizia, lo Stato, il "sistema" in generale.   Shtar Academy è diventato così il primo disco di rapper pentiti, o comunque critici sul loro passato criminale. Un disco registrato integralmente all'interno del carcere di Luynes. I testi delle canzoni sono stati scritti da Badri e da altri due detenuti, Malik e Mirak, che nel frattempo sono usciti di prigione e ora stanno promuovendo il cd in giro per la Francia. La direzione penitenziaria ha sorvegliato i contenuti del disco prima di dare l'approvazione ufficiale. "Ma non c'è stata censura" assicura il produttore. I testi raccontano le condizioni difficili nel carcere, la disperazione di vite buttate tra quattro mura. Un modo di svalutare, agli occhi dei ragazzi, la presunta gloria di chi finisce nello shtar. Per molti rapper francesi aver una fedina penale sporca è un vanto, è qualcosa che rafforza la loro "street credibility". C'è chi colleziona con fierezza condanne e fermi della polizia, come fossero medaglie.   Uno dei più noti, Booba, ha aggredito un autista di taxi ed è stato condannato a quattro anni, anche se ne ha scontati solo nove. Mister You ha scritto undisco, non assolutorio, dal carcere della Santé, dopo essere stato arrestato per traffico di stupefacenti e due anni di latitanza. Joey Starr è stato più volte fermato per aggressioni mentre Kaaris, uno dei rapper più popolari del momento, ha scritto la canzone Kalash, che inneggia all'uso del kalashnikov nelle banlieue. Il fatto sorprendente di questo disco di sovversione al contrario è che molti dei cantanti più celebri del momento hanno aderito al progetto. Alcuni dei brani di Shtar Academysono interpretati da star dell'hip hop come Orelsan, Soprano, e persino La Fouine, anche lui più volte arrestato per spaccio di droga. Tutti sono andati a Luynes per registrare, diventando così messaggeri di una buona causa, almeno per il tempo di una canzone.

in foto: Malik, Badri e Mirak

Fonte: www.repubblica.it

Midemlab 2014: le startup in Music Discovery, Recommendation e Creation

Questa settimana Rockol vi guida in un excursus sulle startup selezionate per la fase finale della competizione del Midemlab - in preparazione dell'evento finale che avrà inizio a Cannes (Francia) - il prossimo 1 febbraio.
Tra i vincitori delle edizioni precedenti ci sono stati realtà come SoundCloud, The Echo Nest, Songkick e Mobile Backstage: questo fa intendere come il Midemlab sia davvero una sorta di "serra", un ambiente da cui nascono alcune grandi idee che investono il mondo della musica e della tecnologia.

Ormai il numero delle startup partecipanti è elevato ed è stato deciso di istituire diverse categorie di gara:
- "Music discovery, Recommendation and Creation"
- "Marketing & Social Engagement"
- "Direct-to-consumer Sales and Content Monetization"

Oggi ci occuperemo delle startup della prima categoria: "Music Discovery, Recommendation and Creation".

Partiamo da SoundWave, la app tra quelle in categoria ad avere registrato il maggior numero di utenti iscritti fino a ora. Si tratta di una startup lanciata a Dublino alla fine del 2013 e si configura - in parole semplici - come una versione app di Last.fm, che traccia il comportamento di ascolto su diverse piattaforme e fornisce consigli basati su gusto, connessioni e geolocalizzazione. Soundwave è riuscita peraltro a superare alcune restrizioni tecniche per tracciare gli ascolti su apparecchi con iOS che avevano reso meno efficaci altri servizi simili.

Blitzr - con base a Bordeaux, Francia - aspira a diventare il maggior aggregatore musicale, combinando elementi come la ricerca semantica e un player cross-media. Blitzr si propone di aggregare contenuti presi da tutte le piattaforme musicali - da Discogs a Bancamp, passando per Amazon e Beatport - per offrire un'esperienza totale.

Cubic.fm, dalla Turchia, si prefigge di eliminare le barriere tra Spotify e Deezer creando un unico network in cui condividere brani e ascoltare playlist basate sui dati dell'utente. Tutto si fonda su un algoritmo "a gusto", che ha il non facile compito di proporre i brani giusti nel momento giusto.

La canadese Indiloop cerca di affascinare l'utenza facendo diventare tutti "social dj", con la possibilità di remixare brani di artisti già esistenti e condividere il risultato del proprio lavoro. La piattaforma è semplice da usare, ma la difficoltà maggiore è legata ai diritti sui campionamenti di brani coperti da copyright. Molti artisti e label, infatti, hanno accolto con sospetto la facoltà di remixare il loro materiale e non sono convinti del metodo di distribuzione social.

Dagli USA arriva Jukely: è principalmente una app per iPhone (ma ne esiste una versione per browser) che seleziona eventi (concerti, live e performance) di interesse, analizzando i gusti musicali dell'utente e quelli dei suoi amici. La app è geolocalizzata e - al momento - sembra attiva solo per le 10 maggiori città degli Stati Uniti, anche se è disponibile nell'App Store.

Moodsnap (ancora statunitense) cerca di collegare foto, mood e playlist. Per utilizzare il servizio al 100% è indispensabile un abbonamento premium a Spotify. Gli utenti possono sfogliare una serie di foto e scegliere quella che più li colpisce al momento; a quelle foto sono associate singole playlist tematiche che ne riflettono il mood. Il sevizio sarà davvero completo quando agli utenti sarà dato modo di aggiungere le foto desiderate per creare le playlist in base al mood.

Music Gateway arriva dal Regno Unito e si prefigge l'obiettivo di mettere in contatto tra loro gli addetti ai lavori del music business - siano essi artisti, produttori, musicisti, editori o discografici - per aiutarli a coordinarsi e lavorare insieme a progetti specifici. Un bell'aiuto, visto che il problema principale per musicisti e produttori agli esordi è trovare il giusto team per il proprio progetto.

Muzieo - con base negli USA - non è facile da trattare, dato che la app non è ancora disponibile (almeno nell'App Store a cui abbiamo fatto riferimento noi, quello britannico) e il sito non è molto prodigo di informazioni. Secondo la descrizione dovrebbe essere un servizio di scoperta di musica on demand, con caratteristiche social e basato sul mobile; si parla dell'utilizzo di meccanismi di gioco per avvicinare artisti e fan e premi in biglietti per concerti.

Nagual Sounds, tedesca, è una compagnia che ha sviluppato un tool per generare musica tonale partendo da qualunque tipo di dato e si è concentrata sulla ricerca sulla musica generata dai movimenti del corpo. NAGUAL DANCE è la prima applicazione pratica dello studio ed è un software che può essere utilizzato sia per la composizione musicale, che come presidio terapeutico.

Sound Wand è una startup britannica che vuole superare la difficoltà pratica di cercare musica usando la tastiera minuscola e il display piccolo di un iPhone. La musica viene selezionata e suonata muovendo direttamente lo smartphone. I risultati sono interessanti (e soprattutto siamo in un campo poco esplorato), anche se occorre molta cura nei movimenti e a tratti si ha l'impressione che tutto sia piuttosto casuale.

Andrea Leonelli - www.rockol.it 

Siae: presentate le attività culturali 2014

28 gennaio 2014 - “Amo la libertà e la Siae è presidio di libertà” ha affermato il Presidente Gino Paoli nel corso della conferenza stampa di presentazione delle attività culturali Siae per il 2014. “La cultura dà libertà e conoscere significa essere liberi. La Siae vuole fare cultura aiutando coloro che si impegnano in questo campo” ha aggiunto Paoli che ha sottolineato come, a differenza del passato, il contributo della Siae alla cultura non andrà disperso in mille rivoli.
Da sempre Siae promuove e sostiene attività culturali legate a tutti i settori in cui svolge la sua attività di collecting del diritto d’autore, agendo nel rispetto del suo Statuto che prevede appunto «il sostegno ad iniziative promozionali e solidaristiche a favore degli operatori dello spettacolo e della cultura».
La presentazione delle attività culturali previste per l'anno in corso è stata l'occasione per riunire -al Palazzetto del Burcardo- autori, artisti, organizzatori e intelligenze. Franco Mussida, ex Pfm, ha parlato di Co2, la sua idea di ascolti musicali nelle carceri, il regista Dario D'Ambrosi (di Teatro Patologico) e l'organizzatrice Daniela Alleruzzo (di Arte nel Cuore) del lavoro teatrale coi disabili, il professore Peppe Dell'Acqua ha raccontato l'ideazione e il viaggio di Marco Cavallo contro la barbarie dei manicomi giudiziari, i jazzisti Paolo Damiani e Danilo Rea del festival italo-francese "Una striscia di terra feconda" e Enzo De Paola, motore dell'Orchestra dei Quartieri Spagnoli. La Siae promuove alcune borse di studio stanziate in collaborazione con scuole nazionali (l'Accademia Silvio d'Amico per il teatro e il Centro Sperimentale di Cinematografia) e sostiene iniziative importanti per il loro valore culturale, sociale o artistico (con un contributo economico per garantirne la realizzazione) come il Premio Goliarda Sapienza, il festival cinematografico Vento del Nord a Lampedusa, il concorso per giovani autori musicali Genova per Noi, il progetto Emca sulla conoscenza del diritto d'autore nelle scuole secondarie e il Concorso di Drammaturgia per autori Siae.
Tra le altre attività in partnership le Giornate degli autori di Venezia, il festival delle etichette indipendenti (Mei), Ideona 2014, la manifestazione organizzata dall' associazione degli autori di tv e teatro (Anart), il milanese Spazio Teatro No' mha-Teresa Pomodoro e Lelioswing: 50 anni di storia italiana, la mostra dedicata a Luttazzi in programma in questi giorni a Roma ai Mercati di Traiano (che poi si trasferirà a Milano). «La riorganizzazione del sostegno alla cultura da parte di Siae è l’inizio di una serie di progetti sempre più importanti ed ambiziosi - ha commentato il Presidente Paoli - In particolare intendiamo guardare con attenzione ai giovani autori e stiamo lavorando ad un progetto per favorirne la valorizzazione. La Siae vuole essere una bandiera in campo culturale che altri possano seguire. Le proposte possono essere tante e possono provenire da qualsiasi parte e io voglio ascoltarle e valutarle tutte perché il mio compito è proprio quello di ascoltare tutti”.

Gaetano Blandini, Gino Paoli e Franco Mussida al Burcardo (foto di MariaRosaria Grifone)

Fonte: www.siae.it

Quando la musica è passione e missione. Solidarietà a Demo

29 gennaio 2014 - Demo, il programma quotidiano di Rai Radio 1 dedicato ai giovani talenti soppresso ad inizio anno.

Quando nel 2006 ho conosciuto personalmente Michael Pergolani e Renato Marengo, ho capito che ancora, in un settore in cui spesso prevalgono aspetti commerciali e indifferenza, c’è gente che fa il suo lavoro per passione e con amore; due fattori indispensabili per poter dedicare attenzione ai giovani e alle loro aspirazioni. Il loro modo di guardare alla musica mi convinse subito,al punto che partii insieme a loro nell’ avventura del Demofest, la tre giorni di live in cui i veri protagonisti erano i tanti giovani ascoltati, “aiutati” e selezionati da Michael e Renato. Musicisti veri, alla ricerca di qualcuno che li aiutasse sinceramente e non li usasse o spolpasse, come spesso accade in questo settore. Nessuna tassa d’iscrizione, rimborsati in tutto, un palco da star e un trattamento da big affermati! Un’avventura splendida che ha regalato a centinaia di giovani “artisti”, ma anche a decine di migliaia di spettatori(almeno centomila nei tre giorni di ognuna delle edizioni effettuate), le emozioni vere che solo la buona musica sa trasmettere. Il Demofest è stato musica, ma anche amicizia, scambio culturale, incontri di mentalità e visioni,intrecci di sogni e progetti, opportunità di lavoro. Organizzo eventi quasi da trent’anni, ma mai, prima e oltre il Demofest, sono riuscito a vivere le emozioni semplici e pure di chi, ancora, non è una star ma aspira ad esserlo e di chi, come Michael e Renato, ha deciso di mettere a disposizione di tanti giovani il proprio successo e la propria esperienza, da veri intellettuali del genere.

In un Paese che parla di giovani e a favore dei giovani, ma che spesso in tal senso fa concretamente poco o nulla, usando strumentalmente questo tema per altri e non sempre sani scopi, almeno nella musica due matti sognatori hanno fatto sul serio, mettendosi a disposizione dei sogni e delle ambizioni di tanti ragazzi. Se, oggi, molti di loro continuano a far musica, anche a livelli importanti, avendo trovato stimoli e sbocco “occupazionale” (usando un termine di cui si abusa ma che non si usa), è grazie a chi, come Michael e Renato, ha trasformato un semplice demo, cioè una cassettina o un cd, registrati magari nella propria stanzetta di casa, in emozioni da trasmettere e condividere. Il Demo di Rai Radio1 e, insieme e conseguentemente ad esso, anche tutte le manifestazioni dal vivo connesse, è un progetto importante, direi basilare nel suo ambito, cioè di quelli da cui non si può prescindere in qualsiasi settore per mettere insieme tutti i fattori positivi e formativi di una società civile:educazione, istruzione, crescita, valorizzazione, aggregazione, possibilmente lavoro e benessere. Termini che non appartengono al gergo della musica, ma a quello del futuro di ogni giovane e del progresso dell’intero sistema. Nella musica, Demo è questo e altro. Non è intrattenimento fatto di sciocche battute o  gossip, di diseducazione o banalità, ma un progetto, semplice e complesso allo stesso tempo, di sostegno a tanti giovani che vogliono far musica, uno spazio fondamentale di cui un servizio pubblico dovrebbe andare fiero. Da organizzatore di eventi che spesso ho voluto dedicare a scopi sociali e umanitari, disallineandomi da un contesto condito da tante ipocrisie, ho sposato la loro causa convinto che il loro modo di fare musica sia sano e bello, sia candidamente nuovo e rivoluzionario. Insieme a loro mi sono ritagliato un momento in cui sentire davvero la musica, quella del cuore.

Il caso Demo che si è creato, con la sua esclusione dai palinsesti di Radio 1, è, a mio parere, un ennesimo segnale della propensione di certi media di gareggiare a livelli bassi, senza la minima preoccupazione di qualità,spessore culturale, impegno e utilità sociale. In un palinsesto in cui ci s’imbatte anche in un programma che si chiama “uomini e camion”, durante il quale chi non guida un tir cambia sicuramente frequenza, si lasci spazio anche ai ragazzi di Demo, una camionata di buona musica e intenzioni, passione e sogni…


Ruggero Pegna

Socio Assomusica, membro della Consulta per i problemi dello Spettacolo del Ministero per i Beni e le attività culturali

SIAE, Gino Paoli scrive al ministro Bray: 'Siamo trasparenti ed efficienti'

Con una lettera aperta indirizzata al Ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo Massimo Bray il presidente della SIAE Gino Paoli ha voluto rispondere punto per punto alle mozioni presentate nei giorni scorsi alla Camera da cinquanta deputati di Scelta Civica, SEL, M5S, Nuovo Centro Destra e Lega Nord che invocano una urgente riforma della società e più in generale della disciplina del diritto d'autore.

Nel suo messaggio Paoli ricorda che dal 2011 il bilancio della SIAE può essere consultato sul sito, e dopo avere ricordato gli enti preposti alla sorveglianza del suo operato difendo l'attuale statuto della società sostenendo che esso "rispecchia fedelmente, ed anzi ha anticipato, lo schema di Direttiva Europea in corso di emanazione a proposito del nuovo modello di Società di Collecting. "SIAE, dunque", scrive il presidente, "è sotto tale profilo e senza tema di smentita la Società di Collecting più moderna d'Europa"; anche per quanto riguarda il discusso sistema di voto che garantisce la "presenza negli organi SIAE delle 'minoranze' ".

In relazione ai risultati economici conseguiti, Paoli rivendica alla SIAE il primato in Europa in termini di incasso rapportato al PIL, ricordando che essa "è seconda in Europa in termini di produttività per dipendente, preceduta esclusivamente dalla GEMA tedesca", mentre il numero dei dipendenti "è stato fortemente ridotto e senza 'stragi sociali'": dal 2009 al 2014 i dipendenti sono scesi da 1340 a 1230, un numero "inferiore a quello della SACEM francese e identico a quello della GEMA tedesca".

Capitolo provvigioni: "SIAE", sostiene il presidente, è oggi "la Società di Collecting con il minor costo per provvigioni" e dunque la "più efficiente e meno costosa in Europa"; ricorda poi che le ripartizioni annuali dei diritti tra i soci variano da due a quattro e utilizzano "in larghissima parte" il metodo analitico. In relazione alla creazione dei due fondi immobiliari per la gestione del patrimonio di cui tanto si era discusso anche sugli organi di stampa, ricorda che la SIAE "ha già ricevuto le scuse di quei giornalisti che, con troppa leggerezza e poco avvedimento documentale, avevano travisato i fatti invertendo la realtà", ricordando che "l'unica indagine esistente è quella avviata su denuncia della SIAE" e sottolineando che la loro creazione ha consentito di trasformare il saldo della gestione patrimoniale da negativo, per quasi tre milioni di euro, a positivo, per sette milioni di euro all'anno. Risorse, aggiunge Paoli, "che sono state e saranno in futuro spese dalla SIAE per la promozione della cultura, la riduzione continua delle provvigioni e l'aumento della produttività dei dipendenti".

In chiusura di lettera il presidente si dichiara disponibile a un confronto con il ministro che "necessariamente dovrà avvenire allorquando, nei prossimi mesi, la Direttiva Europea sulle Società di Collecting sarà effettivamente adottata". "La SIAE", spiega il Presidente, "è e vuole essere oggi un vero palazzo di vetro per le istituzioni vigilanti così come per i propri associati".

Fonte: www.rockol.it

Per Confcommercio il 2014 sarà ancora di calo dei consumi

23 gennaio 2014 MILANO - Il Pil nel 2014 crescerà dello 0,3% dopo il -1,8% del 2013. Lo stima Confcommercio. "Alle condizioni attuali - dice il responsabile del centro studi di piazza Belli, Mariano Bella - non ci sembra che ci siano speranze di andare oltre lo 0,3%-0,5%". E i consumi, prevede Bella, "subiranno un'ulteriore riduzione dello 0,2%" dopo il -2,4% del 2013. La pressione fiscale resterà "a livelli record, mai raggiunti prima per durata", toccando il 44,2% del Pil. "La ripresa - ha detto Bella a margine di un convegno sull'apprendistato - è buona solo per le statistiche, non per le persone. Non ci sembra - ha spiegato Bella - che con le attuali carte ci siano speranze di andare oltre lo 0,3%-0,4% per il Pil". Quanto alla stima dell'esecutivo di una crescita nel 2014 dell'1,1% con una pressione fiscale al 44,2%, per il direttore generale di Confcommercio "è una cosa che crede solo il governo per ora". Infine, i consumi ancora in calo rappresentano "un segnale di ulteriore peggioramento". L'Associazione chiede di puntare sull'apprendistato, che crea buona occupazione: nel terziario di mercato, ogni mese, il bacino di apprendisti ha portato alla conferma, dall'inizio del 2006, di 3mila contratti a tempo indeterminato. Dati alla mano, Bella ha ricordato che "per 100 cessazioni ci sono 52 conferme" e questo dimostra come cresca "la trasformazione dell'apprendistato in lavoro stabile". Sempre nel terziario di mercato lo stock di apprendisti nel 2012, tra i 15-39enni, ha toccato quota 224mila e oggi arriva a sfiorare i 230mila. "Ci sono degli indizi che sono certamente positivi, però sono indizi non della ripresa ma della fine della crisi", ha commentato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sulla situazione italiana. "Imprese e famiglie - ha detto Sangalli - non hanno ancora risentito di questi benefici".

Fonte: www.repubblica.it

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