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Imposta sulle transazioni finanziarie: 11 Paesi europei – tra cui l’Italia - fanno da apripista

 

11 luglio 2013 - A marzo 2011, a seguito della crisi globale che ha contagiato l'economia reale con gravi conseguenze per la crescita, l'occupazione e le finanze pubbliche, il Parlamento Europeo approvò l'introduzione di una Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) capace di portare nelle casse pubbliche dell'Unione circa 200 miliardi di euro ogni anno e contribuire alla riduzione delle attività speculative.

 

 

Consci della difficoltà di introdurre tale tassa a livello mondiale, i deputati europei chiesero che si applicasse la TTF a livello europeo come primo passo, valutandola un'imposta progressiva e socialmente equa nonché il miglior strumento a disposizione per trasferire gli oneri dai contribuenti al settore finanziario.

 

 

A settembre 2011 la Commissione ha risposto presentando una proposta legislativa per l'introduzione dell’imposta a livello di Unione.

 

Dopo mesi di negoziati tra gli Stati membri è apparso però chiaro che un'adozione all’unanimità in tutti i paesi europei sarebbe stata impossibile.

 

Da ciò la scelta di seguire il percorso che prevede l’avvio della TFF da parte di un gruppo di Stati membri, mediante la procedura di cooperazione rafforzata.

 

 

Sono 11 gli Stati europei (Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia, Austria, Finlandia, Grecia, Slovenia, Belgio e Portogallo) che hanno deciso di procedere all'introduzione della TTF avvalendosi della procedura di cooperazione rafforzata per la prima volta in ambito fiscale.

 

 

Nei giorni scorsi il Parlemento europeo ha dato il via a questa procedura: sarà soggetta ad imposta ogni singola transazione sugli strumenti finanziari emessi da entità site nel territorio di uno Stato membro partecipante.

 

Una volta applicata dagli 11 Stati membri, si stima che la TTF produrrà entrate per un valore di 30-35 miliardi di euro l’anno.

 

di Francesca Balzani

Fonte: www.francescabalzani.it

Idea Grafica di Giorgio Papallo.