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«Ho i biglietti per la Scala E se me lo dici in anticipo ti procuro quello che vuoi»

21 novembre 2013 Milano - Ecco il bagarino che rivende i posti per il 4 dicembre. Sul sito della Fondazione i biglietti per la Primina Under 30 costano 13,2 euro. Il bagarino R. li smercia a 35 euro l'uno.

«In fondo non faccio niente di male — ti sorride R. — è un prezzo onesto, dai: 140 euro per 4 biglietti alla Scala non è tanto». Lo è eccome, invece: i ticket per l’Anteprima Under 30 del 4 dicembre sono stati messi in vendita da via Filodrammatici a 10 euro (più 2 euro per l’acquisto sul web). Quindi, fanno 92 euro in più, con un ricarico sul costo iniziale pari al 200 per cento. Chi è R.? È un ragazzo che qualche giorno fa ha inserito un messaggio su bakeka.it: «Vendo 4 ticket per la Primina».

Tagliandi andati letteralmente a ruba sul sito internet del Piermarini una settimana prima, con pioggia di lamentele dei baby melomani sulla pagina Facebook del Piermarini. Così, anche per rispondere alle decine di lettere arrivate alla nostra redazione proprio sul caos acquisti, abbiamo deciso di contattarlo: «Mi chiamo Alberto, sono interessato», la risposta all’annuncio.

Poche ore dopo, R. abbocca: «Ho ancora alcune disponibilità di posti di galleria di amici che non possono andare, posti super centrali in prima fila, visibilità perfetta. Costo: euro 35 a biglietto», la replica dell’improvvido interlocutore. Improvvido sì, perché dalla mail utilizzata si riesce facilmente a risalire sia alla sua identità che alla sua professione, che ha parecchio a che fare col mondo del teatro lombardo.

Ci rifacciamo vivi: «Mi servono 4 biglietti per l’Anteprima. Io sono a Milano e non posso muovermi per lavoro: te potresti portarmi i biglietti qui?». Certo che sì, conferma R.: «Allora 4, giusto? Il costo è di euro 35 cadauno. Io verrò a Milano in settimana. Lasciami il tuo numero di cellulare, così ti chiamo tra oggi e domani per definire».

La trattativa va avanti. C’è un problema: spieghiamo a R. che due dei quattro acquirenti hanno più di 30 anni, quindi non possono accedere alla Scala per l’Anteprima dei giovani. Poco importa, taglia corto R.: ci pensa lui a risolvere tutto. Come? Con un metodo semplice quanto discutibile: inviare al Piermarini 4 carte d’identità di altrettante persone (a noi sconosciute) di età inferiore a 30 anni. Chi sono? «Quelle a cui ho venduto i tagliandi l’anno scorso, non ti preoccupare».

E noi? «Potete stare tranquilli, tanto non vi controlleranno mai i documenti». Sbagliato: un avviso in bella vista sul sito della Fondazione precisa il contrario. «Ma secondo te — si fa serio — perderanno tempo in questo modo? Non siamo mica allo stadio. E poi, se fermano uno per uno, la Traviata inizia alle 20 non alle 18».

E allora? «Vedrai che bloccheranno solo chi ha la faccia da adulto...». Ok, ci stiamo: «Dove ci vediamo?». E lui: «Sono a Milano mercoledì 20, ti va bene piazzale Loreto verso le 17?». «Perfetto». Ieri pomeriggio, l’incontro per lo scambio. Ci sediamo al tavolino di un bar per fare due chiacchiere, ma R. ha fretta: «Devo vederne un altro per la stessa cosa». Bastano cinque minuti per capire che ci troviamo di fronte a un professionista dello smercio di ticket: «Lo faccio da anni — si sbilancia — con un gruppo di amici: ci sorbiamo file interminabili al botteghino e lunghe attese davanti a un computer, ci meritiamo 20 euro in più per il servizio...».

Servizio non richiesto e particolarmente dannoso: se non ci fossero quelli come R., l’accesso al Piermarini sarebbe molto più facile e democratico. Comunque, andiamo avanti. «Tieni i soldi». «E te i biglietti». «Ma sono tutti a nome di una persona sola?», obiettiamo. «E allora? Vedrai che va liscia: i posti sono ottimi, fammi sapere se ti trovi bene...». Perché? «Noi siamo sempre in azione: se mi dici con qualche mese di anticipo quale spettacolo ti interessa, possiamo procurarti quello che vuoi». Quanti tagliandi? «Anche 10-15, dipende...». Affare fatto. Prima di salutarci, però, un quesito è d’obbligo: «Ma come fate?». «Eh, questo non te lo posso proprio dire, te non fare domande e vedrai che andremo d’accordo». Ma è illegale? «Ma che illegale? — si risente R. — è bagarinaggio questo, secondo te? 35 euro invece di 13,20, siamo seri». Appunto.

di Nicola Palma, www.ilgiorno.it