Il promoter Marcel Avram: 'Abbiamo bisogno del secondary ticketing"
- Scritto da Segreteria Assomusica
- Pubblicato in Attualità
- Invisi alla maggior parte dei promoter e degli organizzatori di concerti (anche in Italia), monitorati dalla Polizia Metropolitana di Londra con l' "Operazione Podium" organizzata lo scorso anno per evitare speculazioni e bagarinaggi fraudolenti in occasione delle Olimpiadi 2012 di Londra, aspramente criticati dagli artisti, dai media e da esponenti di spicco del Parlamento britannico come il ministro ombra per l'educazione Sharon Hodgson, i siti di rivendita online dei biglietti come Seatwave e Viagogo trovano ora un inaspettato paladino in Marcel Avram, storico promoter tedesco che in oltre quarant'anni di carriera ha lavorato con superstar internazionali come Pink Floyd, Rolling Stones, Who, U2, Michael Jackson e Madonna ma anche con artisti italiani come Adriano Celentano ed Eros Ramazzotti.
Il suo inatteso endorsement è avvenuto la settimana scorsa, nel corso di un panel organizzato a Londra nell'ambito della International Live Music Conference "Non fanno sempre profitto, perdono anche dei soldi", ha detto in quell'occasione Avram a proposito delle piattaforme online di secondary ticketing. "Tutti li guardano e dicono, 'toh, hanno comprato un biglietto al prezzo nominale di 100 sterline e ne chiedono 150'. Ma il 60 % dei biglietti che hanno in mano li vendono a un prezzo inferiore a quello nominale. E noi abbiamo bisogno dei siti di rivendita, quando un locale non fa il sold out. Io, che sono il promoter, non posso vendere i tagliandi sotto costo".
"Sì, Viagogo e il mercato secondario sono un enorme business che però può anche soffrire enormi perdite", ha proseguito Avram. "Nessuno si rende conto del fatto che ogni attività imprenditoriale - compresa la nostra - è un rischio. Cosicché non sono così contrario alla rivendita dei biglietti perché anche loro si assumono un rischio". "C'è bisogno di un qualche controllo", ha concluso il promoter tedesco, "ma dipende dagli artisti che rappresentiamo. Le agenzie di rivendita ci saranno sempre, e se ci sono vuol dire che qualcuno ha bisogno di loro. Non si può fermare quel business, è parte dell'industria".
Barry Dickins di International Talent Booking gli ha subito replicato: "Nessuno di noi va in un negozio a dire che vuole comprare un maglione a 50 sterline e poi si trasferisce in quello di fianco per acquistarne uno a 100 sterline solo perché è di colore blu. Si aspetta una settimana finché il punto vendita originale ha i maglioni blu a 50 sterline. Non li giustifico, i siti di rivendita, e chiunque dovrebbe poter comprare al prezzo che sta scritto sul biglietto. E' vero, anche loro si assumono un rischio. Ma è un rischio limitato e non riguarda l'evento nel suo complesso".
Fonte: www.rockol.it
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