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Spettacoli dal vivo: la Regione stanzia 8,5 milioni di euro anche per il 2017 e 18

 
Plu risorse dalla Regione al settore degli spettacoli dal vivo grazie all'attuazione del Piano regionale triennale. I finanziamenti complessivi per quest'anno ammontano a 8 milioni 570 mila euro, cifra prevista anche per il 2017 e il 2018, destinati a 152 progetti di teatro, musica e danza in tutta la regione. Con un incremento di 625 mila euro rispetto all'anno precedente.
Nella provincia di Bologna 42 i progetti finanziati con un milione e 705 mila euro per il 2016 nell'ambito del Programma triennate per io spettacofo dai 2016-2018. Ancora sostenuti progetti storici come Bologna Festival, Musica Insieme, Bologna Jazz Festival, Porretta Soul Festival e Angelica Festival. A queste realtà consolidate si aggiungono 8 nuove proposte, delle 19 complessive a livello Finanziamenti Spettacoli dal vivo: la Regione stanzia 8,5 milioni di euro anche per il 2017 e 18 regionale, rispetto al 2015. Si tratta di 3 festival e rassegne di musica rock, pop e nuove tendenze come Tutto moito belio dell'associazione Locomotiv, Musicai 2.0 della Bernstein School of Musical Theater e Manzoni factory pop & jazz di Manzoni Space. E poi due festival di musica classica, Corti, Chiese e Cortiii della Fondazione Rocca di Bentivoglio-Valsamoggia e Summer Piano Academy & Festival dell'Accademia pianistica di Imola.
Nel mazzo anche due associazioni che producono prosa, Archivio Zeta e Fraternal Compagnia di Piazza Grande, e la rassegna di danza all'Europa Auditorium organizzata da December Sevens Duemila. L'istruttoria è stata realizzata per la prima volta dalla Regione senza il concorso delle Province. Tra i finanziamenti non è compreso il contributo alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna, pari a 3 milioni di euro, 100 mila euro in più del 2015, già liquidato in quanto ente partecipato dalla Regione. -tit_org- Spettacoli dal vivo: la Regione stanzia 8,5 milioni di euro anche per il 2017 e 18

Taylor Swift la celeb più ricca grazie al suo tour

Le celebrità più ricche del mondo sono musicisti, almeno secondo l’ultimo numero del mensile Forbes. È grazie ai tour, infatti, che Taylor Swift e gli One Direction hanno guadagnato centinaia di milioni di dollari. Per la cantante ventiseienne è stato il tour 1989 a fare entrare nelle sue casse 170 milioni, battendo anche il record dei Rolling Stones, mentre la band britannica è arrivata a 110 milioni con l’On the Road Again.

Nel 2016 le cose sono probabilmente destinate a cambiare. Adele ha già incassato 80 milioni di dollari con il suo tour, mentre nel 2015 si è piazzata nona, e Madonna, ora dodicesima, è a 76 milioni per quest’anno. 

Corriere della Sera, La musica in tv per attirare i giovani

Se la tv generalista ritorna alla musica live. Per la prossima stagione Mediaset ha annunciato un contenitore di concerti, sei serate speciali (prodotte da Fascino di Maria De Filippi) con il Volo, Alessandra Amoroso, Elisa, i Pooh e tanti altri cantanti popolari. La musica sulla generalista sembra uscire dal confine temporale della programmazione estiva, dove per altro assicura un ottimo bacino d’ascolti. Ne è la riprova, in queste settimane, il successo del «Coca Cola Summer Festival», nato nel 2013 e giunto alla sua quarta stagione. La formula, in questi casi, è canonica: un evento di piazza (a Roma), la diretta in radio (su RTL 102.5), i volti televisivi in conduzione, la «differita» su Canale 5 in uno slot di programmazione (il lunedì in prime time) che si addice al pubblico giovane cui si rivolge la messa in onda.

Nelle due prime trasmissioni, il 4 luglio e l’11 luglio, gli ascolti hanno superato i 3 milioni medi di spettatori (17,5% di share), in una serata piuttosto sgombra di controprogrammazione (Rai1 «rammemora» la storia di «Braccialetti Rossi» con le repliche). La performance dell’evento sembra simile a quella dello scorso anno, con un ascolto medio simile e una share in linea. L’aspetto più interessante è però rappresentato dalla qualità dell’ascolto: un pubblico piuttosto «radiofonico», cioè spostato sulle fasce giovani della popolazione: oltre 26% di share fra gli 8 e i 14 anni, 24% fra i 15 e i 24 anni, e poi via via a scendere. Un’audience, poi, più femminile (20%) che maschile (14%), forte soprattutto nel Sud d’Italia.Puntare sulla musica, sugli eventi live, sui concerti è funzionale a un a tv generalista, specie se, come nel caso di Mediaset, si punta a costruire un «polo mediale convergente» proprio con le radio e si può contare su «fucine» di cantanti (come nel caso di «Amici» della stessa De Filippi).

 

 

 

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel

La musica questione di cultura o di neuroni

Oggi è materia per i neuroscienziati cercare di capire il motivo per cui la musica ha un suono armonico, quindi perché alcune note stridono se messe insieme e altre invece producono capolavori. Il dibattito, che va avanti dai tempi di Pitagora, è fra chi crede che questa differenziazione sia dovuta alla conformazione del cervello, o dell’orecchio, umano e chi, invece, pensa che si tratti di cultura.

Josh McDermott, scienziato cognitivo del MIT, ha cercato di trovare una soluzione studiando la popolazione Tsimane in Amazzonia. Ha così scoperto che fra di loro erano altrettanto apprezzati gli accordi dissonanti quanto quelli armonici. Le ricerche sui neonati hanno invece mostrato una maggiore tendenza a concentrarsi su suoni consonanti. Anche i neuroni dei macachi reagiscono diversamente ai suoni armonici. La ricerca, insomma, è ancora in corso.

Ligabue, un concorso per under 30 per suonare sul suo palco a Monza

Quattro band o artisti emergenti potranno suonare sul palco del doppio concerto 'Liga Rock Park' che Luciano Ligabue terrà al parco di Monza il 24 e 25 settembre. Per farlo dovranno vincere il concorso online 'Liga Rock Park Contest' lanciato dalla Regione Lombardia, che parte oggi. I candidati, tra i 18 e i 30 anni, dovranno caricare un video sul sito internet dell'evento entro il 30 agosto. Non ci sarà nessun limite di genere musicale e i video potranno essere votati dagli utenti del sito. I 25 partecipanti che avranno raccolto più voti saranno valutati da una giuria di qualità, presieduta dal governatore Roberto Maroni e di cui faranno parte esperti e giornalisti musicali, che il 13 settembre sceglierà i 4 vincitori. 

Sul Sole 24 ore la proposta di Roberto Rampi per la musica dal vivo

«L’esperienza dell’art bonus potrebbe essere trasferita alla musica dal vivo». La proposta arriva, in un’intervista al Sole24ore.com, dal deputato dem, Roberto Rampi, che ha presentato questa mattina una proposta di legge per disciplinare le attività contemporanee popolari dal vivo, Tax credit per gli investimenti, semplificazione dei processi amministrativi, finanziamenti agevolati per ammodernare le attrezzature, riconoscimento della musica come leva culturale fondamentale per il Paese sono gli ingredienti principali della proposta di legge. In un Paese dove, per esempio, il 78,8% degli italiani lo scorso anno non ha assistito a un concerto, dove nove italiani su dieci non sanno cosa sia un concerto di musica classica. Insomma «l’Italia è fanalino di coda nella fruizione della cultura intesa in senso ampio», si legge nella proposta di legge.

 

La disciplina attuale è datata 1931 
«Una legge non più rinviabile in un settore che vive grandi difficoltà», sottolinea Rampi, e può contare solo su una vecchia disciplina che si basa ancora su norme previste da un regio decreto del 1931 (n. 773). La proposta di legge è costutuita da due articoli in tutto, il primo per delineare il perimetro della delega al governo per disciplinare le attività musicali contemporanee popolari dal vivo, il secondo per la copertura finanziaria (50 milioni l’anno a decorrere dal 2017). Una delega nella quale il Governo avrà sei mesi di tempo per adottare un decreto legislativo che riformi le attività musicali contemporanee popolari dal vivo, valorizzandole come componente fondamentale del patrimonio culturale, artistico, sociale ed economico del Paese. 

Revisione della normativa fiscale e incentivi ai giovani 
Un Fondo presso il ministero dei Beni culturali dovrà mirare a un riequilibrio nelle aree dove la diffusione di musica dal vivo è carente. Previsti anche un ammodernamento tecnologico delle strutture e la promozione e il sostegno a nuovi autori e artisti di musica contemporanea dal vivo, compresa la realizzazione di spettacoli. Sì anche a una semplificazione delle procedure e delle normative sulla sicurezza degli spettacoli. Poi revisione della normativa fiscale, applicando un’aliquota unica dell’Iva, per eliminare le disparità tributarie esistenti. Norme, poi, per avvicinare i giovani alla musica, prevedendo una quota di riserva per opere prime e seconde dei talenti emergenti nella programmazione radiofonica nazionale.

Oggi le norme parlano più di pubblica sicurezza che di musica 

«Oggi molte delle norme parlano più di pubblica sicurezza, ordine pubblico, sicurezza sul lavoro che di musica», spiega il deputato Roberto Rampi. Per esempio, sottolinea Rampi, le norme sulla sicurezza sul lavoro non tengono conto della specificità del settore. Per esempio, racconta, i «camion per le tournée musicali devono ogni volta chiedere una deroga alle norme sulla circolazione dei mezzi pesanti, anche se la maggior parte dei concerti si svolgono nel fine settimana. E quindi servirebbe una deroga in pianta stabile». Nel riordino complessivo anche attenzione anche a chi lavora nel settore. «Servirebbe poi anche un riconoscimento dei lavoratori - sottolinea Rampi - non solo i volti noti che salgono sul palco, ma anche i musicisti e i tecnici che lavorano alla macchina di un concerto hanno bisogno di tutela».

Art bonus a quota 100 milioni

Riordino degli sgravi a tempo ottenuti dal settore 
«Il tax credit poi - sottolinea ancora Rampi - necessita di un riordino degli sgravi a tempo ottenuti». La musica, sottolinea ancora Rampi, «svolge anche una funzione aggregativa e lo spettacolo dal vivo è fondamentale anche per l’integrazione delle periferie. È un fattore di democrazia non dividere la cosiddetta musica colta da quella popolare, ricordare che c’è una storia della musica popolare che non sono solo canzonette».

I cantanti: il mondo discografico si è polverizzato 
Molti artisti sperano in una rapida approvazione della legge. «Sono cose che chiediamo da decenni a tutti i governi - dice Amedeo Minghi - e nel frattempo il mondo discografico si è polverizzato. Mettiamo in moto un meccanismo economico enorme, ma gli artisti sono quelli che hanno meno ritorno e le cifre che si raccolgono sono notevolmente più basse di prima, soprattutto rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea». Sulla stessa linea Massimo Di Cataldo: «È una legge molto importante che riguarda i lavoratori. Fare il musicista è un mestiere e chi lo fa deve avere i suoi diritti come avviene all'estero». Sottoscrive la proposta anche Noemi, che pensa in particolare «a chi suona nei locali e non ha una struttura di regole e leggi che li difenda soprattutto per quel che riguarda i contributi. Spero che si possa fare qualcosa per chi ha fatto della musica la sua vita e il suo mestiere». Il rapper Shade «spera che questa legge tuteli anche le generazioni più giovani».

© Riproduzione riservata

Irene Maiolin riceve la Borsa di studio Franco Mamone di Assomusica

È stata Irene Maiolin a ricevere il premio Borsa di studio Franco Mamone per l’anno accademico 2014/2015. Il riconoscimento, che comporta anche un premio di 2500 euro, è stato consegnato dal presidente di Assomusica Vincenzo Spera in occasione del Folkfest Festival, sabato a Spilimbergo, in provincia di Udine, alla presenza del sindaco della città Renzo Francesconi.

La giuria è composta dalla figlia di Franco Mamone, Gaia Mamone, oltre a

esponenti del settore musicale e giornalisti come Renato Tortarolo, Stefano Senardi, Fulvio De Rosa e Bruno Sconocchia. Mamone è stato uno dei primi e più importanti promoter musicali italiani, attivo dagli anni Settanta e famoso ancheper aver portato in Italia nomi come Bruce Springsteen e Bob Marley. Il manager è morto nel 1998, a 57 anni, e dal 2003 è assegnata a suo nome la borsa di studio che premia ogni anno una tesi di laurea che affronti tematiche inerenti lo spettacolo dal vivo.

«Per la nostra famiglia ovviamente è importante anche l’aspetto emotivo di questo premio – spiega Gaia Mamone - e ogni anno ringraziamo Assomusica per il ricordo di mio padre. Effettivamente è stato un po’ il papà di tutti nel mondo dei promoter musicali, è stato il primo che ha portato questa figura a livello manageriale anche in Italia. Assomusica non lo dimentica mai, anche se il 4 luglio ha segnato il 18esimo anniversario dalla sua morte».

La scelta della tesi di Irene Maiolin, intitolata La ripartizione dei compensi da diritto d’autore in musica: conseguenze sulla conformazione dell’offerta nella musica dal vivo, è stata così motivata: «È un lavoro molto attuale e dai contenuti di forte modernità. Non si limita solo ad esporre quadri normativi ma si sforza di proporre, suggerire, modelli che possano liberare processi per lo sviluppo dell'innovazione». La tesi, sperimentale e di ricerca, riguardava il corso di laurea magistrale in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali.

«Era una tesi più tecnica rispetto alle altre che ci sono pervenute – aggiunge Gaia Mamone – Irene Maiolin ha fatto un lavoro molto faticoso, ricco e su un argomento molto attuale. In tutti gli anni di premio non ci era mai arrivato un lavoro sul diritto d’autore. Avevo apprezzato in particolare, leggendola, la chiarezza con cui aveva parlato di un aspetto così tecnico ma non si è limitata a questo, ha dato anche una sua chiave di lettura».

«Non mi aspettavo di vincere il premio, è stata una bellissima sorpresa e mi ha fatto piacere che sia stato ritenuto importante l’argomento che ho affrontato non solo da chi lo studia ma anche da chi lavora nel campo. Ho scelto di parlare del diritto d’autore perché lavorando nel settore ho notato che c’è bisogno di un rinnovamento pratico. A mio avviso si nota una perdita netta studiando i monopoli e questo nella musica live è evidente più che in altri settori. È stato complicato delimitare l’ambito ma è stato importante per riuscire a portare avanti il lavoro».

 

Assomusica porta avanti uno studio sullo stress ai concerti

La musica pop dal vivo abbassa lo stress? È quello che vuole scoprire Assomusica con una serie di test su volontari che partecipano ad alcuni concerti a Genova, quest’estate. Decine di persone hanno assistito ieri gratuitamente al live di Mika sul palco della Fiera di Genova e hanno accettato di lasciare un campione di saliva prima dello show e, in seguito, un secondo a metà spettacolo.

Persone in tutte le fasce d’età hanno così potuto prendere parte all’esperimento, che si ripeterà il 12 luglio durante il concerto dei Deep Purple al Porto antico prima che le provette siano portate all’Imperial College di Londra per le analisi. Saranno testati i livelli di cortisolo e cortisone all’inizio e a metà del concerto per capire se i livelli di questi ormoni, responsabili della risposta allo stress negli esseri umani, si abbassino quando si assiste a un live.

L’Imperial College aveva già realizzato un test simile per testare i livelli durante i concerti di musica classica, organizzando uno spettacolo del compositore Eric Whitacre. I risultati dello studio, una volta ottenuti, saranno pubblicati anche sul sito di Assomusica. 

Paul Simon pronto ad appendere la chitarra al chiodo

Paul Simon è pronto ad appendere la chitarra al chiodo. L'autore di The sound of silence, 74 anni, ha raccontato al New York Times di sentirsi "vicino alla fine. Il mondo dello spettacolo non mi interessa più. Per niente". Proprio oggi è finito il tour americano di Simon, il cui ultimo album, Stranger to stranger, è uscito il 3 giugno. A ottobre, Simon partirà invece da Praga per il tour europeo dopo il quale, ha spiegato al quotidiano, vuole prendersi almeno un anno intero per viaggiare.

"Serve coraggio per smettere. Voglio vedere che cosa succede se lo faccio, cercherò di capire chi sono". Già negli anni Sessanta, quando formava un duo con Art Garfunkel, aveva detto che la fama è "veleno". Oggi specifica: "Ha ucciso Presley, ha ucciso Lennon, ha ucciso Michael Jackson. Non ho mai conosciuto qualcuno che abbia avuto una grande fama e che non ne fosse almeno in parte confuso".

Solo un utente su dieci paga la musica in streaming

Acquistare musica in streaming non è ancora nelle abitudini dei consumatori. Solo uno su dieci, infatti, acconsente a pagare per il servizio secondo uno studio di GlobalWebIndex. La probabilità però si alza nella fascia fra i 16 e i 24 anni, la più redditizia per le aziende.

Una parte significativa dei guadagni arriva comunque ancora dalla pubblicità. Spotify ha spiegato di recente, durante un evento del settore, che aumenterà le sue pubblicità per gli abbonamenti non a pagamento. Alcuni marchi, inoltre, sponsorizzano delle playlist. Un aumento delle pubblicità è stato deciso anche da Soundcloud.

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