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Segreteria Assomusica

Estate Rock: il puzzle di festival grandi e piccoli

17 maggio 2013 - Roger Water a Roma e Padova. Paul McCartney a Verona. E poi Vasco, Springsteen e Depeche Mode. Un puzzle di festival grandi e piccoli, tra leggende evergreen e new entry.
In allegato l'articolo completo - con interviste ai nostri Associati - de L'Espresso N°20 anno LIX del 23 maggio 2013

Concerti, da Ticketfly un programma per individuare i fan più assidui

Campione del cosiddetto social ticketing, la start up di San Francisco Ticketfly ha reso disponibile da un paio di giorni Fanbase, uno strumento analitico che permette agli organizzatori di concerti e ai gestori di locali nordamericani di individuare con precisione i loro clienti più affezionati e di raggiungerli con iniziative mirate. L'algoritmo del programma consente infatti di identificare e contattare gli appassionati che si collocano in testa alla graduatoria per assiduità di presenza ai concerti, quantità di denaro speso e capacità di influenzare i propri pari. "Per la prima volta", spiega il cofondatore e amministratore delegato di Ticketfly Andrew Dreskin, "i promoter possono capire chi sono i loro migliori clienti e ricompensarli per il contributo che danno spargendo la voce sugli eventi che li riguardano". Utilizzando Fanbase, in sostanza, gli organizzatori di concerti possono premiare i fan più assidui con accessi esclusivi a prevendite, posti privilegiati, pacchetti VIP, articoli speciali di merchandising e altro.

Ticketfly, che recentemente ha esteso il suo raggio d'azione al Canada, nel 2011 aveva già introdotto sulla sua piattaforma una dashboard analitica che permette agli organizzatori di spettacoli di individuare con precisione dove e in che modo avvengono gli acquisti dei biglietti. Secondo i dati elaborati e pubblicati a dicembre dal sito Digital Music News, la società ha raccolto nel 2012 22 milioni di dollari da investitori esterni.

Fonte: www.rockol.it

UK, giovani senza soldi: si alza la media degli spettatori dei festival

- L'accesso ai festival è sempre più costoso, e i ragazzi hanno sempre meno soldi in tasca. La conseguenza è logica e immediata: si alza sensibilmente l'età media degli spettatori che accorrono ai grandi raduni musicali estivi. Una conferma della tesi arriva da uno studio condotto da MSN sui festival inglesi sulla base di un campione di 2.000 cittadini britannici; dalla ricerca, ripresa dal Daily Mail, risulta che la spesa preventivata per partecipare a un festival è in media di 423,01 sterline (501 euro circa): oltre 100 per il biglietto, a cui vanno aggiunti 60 sterline per il trasporto, 80 per cibo e bevande, 70 per le attrezzature da campeggio, quasi 50 per l'abbigliamento anti pioggia (indispensabile nel Regno Unito) e più di 57 per l'abbigliamento "da festival" (t-shirts a tema, ecc.).

Un budget troppo alto per il 60 per cento dei ragazzi di età compresa tra 18 e 24 anni, che pertanto non hanno in programma di partecipare ad alcun festival nel corso del 2013. All'altro lato dello spettro si collocano coloro (sono il 10 per cento) che si dicono disposti a spendere per un festival anche 800 sterline, o quelli (il 55 per cento) che hanno già programmato una vacanza all'estero per parteciparvi.

Secondo la ricerca, il festival britannico con il pubblico di età media più alta è il T In The Park (37 anni e sette mesi), davanti a Glastonbury (36 anni e otto mesi), l'Isola di Wight (36 anni e un mese) e Reading & Leeds (35 anni e otto mesi).

Fonte: www.rockol.it

 

Sicuramente Live: il Convegno di Assomusica su Il Giornale dello Spettacolo

16 maggio 2013 - Alla vigilia di una ricca stagione musicale col ritorno di Bruce Springsteen, Mark Knopfler, Jovanotti, Muse, Green Day e Vasco Rossi, si è tenuto un convegno di due giorni, il 18 e il 19 aprile a Bologna, dal titolo "Sicuramente Live, Spettacoli dal vivo: cultura e lavoro in sicurezza".

Leggi in allegato l'articolo completo a firma di Flaviano De Luca - Il Giornale dello Spettacolo, maggio 2013.

Siae: ok Commissione Camera, Gino Paoli Presidente Consiglio Gestione

15 maggio 2013 - Ok della commissione Cultura della Camera a Gino Paoli presidente del Consiglio di gestione della Siae, la societa' italiana degli autori ed editori. La commissione, presieduta da Giancarlo Galan, ha dato a maggioranza parere favorevole. L'iter di nomina stabilisce che il presidente venga nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio dei ministri di concerto con il ministro per i Beni e le attivita' culturali e con il ministro dell'Economia, previa designazione da parte della assemblea Siae. Nella proposta di nomina del noto cantautore e' stato sottolineato che possiede tutti i requisiti per diventare presidente del Consiglio di gestione della Siae. E' stato sottolineato che Paoli ha svolto una intensa e "prolifica attivita' artistica come autore ed interprete musicale", la cui fama e' di livello internazionale.
Ha esercitato anche attivita' imprenditoriale nel settore dell'editoria producendo repertori personali e cataloghi stranieri, e' stato deputato nella X legislatura come indipendente di sinistra. Ed e' stato anche assessore alla cultura nel Comune di Arenzano, in provincia di Genova.

Fonte: www.agi.it

Una tassa a favore della cultura? Prendiamo sul serio l’idea di Parigi

15 maggio 2013 - Legare al collo della cultura la macina da mulino delle tasse sembra a prima vista il colpo di grazia, il metodo migliore per sostituire l'indifferenza infastidita - che è oggi il sentimento popolare prevalente verso tutto ciò che di cultura abbia un vago sentore - con una dichiarata ostilità. I benpensanti devono farsene una ragione: all'Italia la cultura non va tanto giù, non è sentita, non muove gli animi, non scalda i cuori.

È stata per troppo tempo associata con il privilegio di pochi e l'esclusione di molti. Appannaggio una volta dei signori, così brevemente intesi, sostituiti più di recente da accademici altezzosi, da lagnosi questuanti, da finti entusiasti, da buonisti ipocriti. La gente comune - quella che, secondo Lincoln, Dio deve amare molto, visto che ne fa tanta - guarda con fondata diffidenza agli alti lai, agli appelli, alle proteste di attori, cantanti, scrittori, cosiddetti operatori culturali, categorie che associa volentieri all' otium signorile, specie quando si autofregiano del titolo di lavoratori.

È una triste e lunga storia. Lo stato unitario, che contava diciassette milioni di analfabeti su una popolazione di ventidue, aveva altre urgenze, l'istruzione elementare in primo luogo. E altre convinzioni: riteneva che la cultura non dovesse essere per tutti, ma instrumentum regni, nelle mani esclusive della classe dirigente, come poi in effetti è stato. La Repubblica si è soprattutto preoccupata di dare agli italiani un po' di prosperità, finché ha potuto. Nel frattempo la cultura doveva aspettare tempi migliori. I quali naturalmente non sono mai venuti e quando anche la prosperità è evaporata si è dato inizio alla raschiatura del barile. Grossolana e brutale, bisogna dire, ma nella sua rozzezza giustificata a posteriori dalla inconcludenza retorica delle indignate reazioni. Questo è il desolato paesaggio italiano su cui cade la notizia che in Francia il governo intende finanziare la cultura attraverso una tassa sui telefonini, non è chiaro se sugli apparecchi o sul fatturato delle aziende di telefonia o su entrambi (ma non fa molta differenza, visto che a pagare sarà comunque il consumatore).

Si può fare altrettanto in Italia? Accidenti, no! (Prima e vibrata reazione) Un'altra tassa! Come si può vessare un consumo popolare per sussidiare un mondo e un comportamento elitario? Per non parlare di Hollande, con i suoi goffi modi e i suoi istinti punitivi! E tuttavia... Innanzitutto questo sarebbe un segno. Una decisione, finalmente, invece di infiniti rattoppi e pianti silenziosi. Un segno di volontà politica, di non fermarsi ai lamenti e di non arrendersi alle forze maggiori. Il segno dell'importanza attribuita davvero alla cultura. Al punto di sfidare apertamente l'impopolarità pur di fare intendere a tutti cittadini che la cultura è cosa loro, di tutti loro, ma che non piove dal cielo e che vi sono costi che vanno sostenuti oggi. A rischio altrimenti di perdere senza rimedio una parte molto rilevante della nostra eredità collettiva. Confessando anche, francamente, che si è sbagliato, molto sbagliato, ma che se si attendono i benefici risultati dei ravvedimenti (supposti? sperati? auspicati? attuali?) si rischia di arrivare troppo tardi. Siamo, anche qui, una cicala che cerca di trasformarsi in una formica.

Operazione difficile, ma sempre meglio che morire. In secondo luogo una chiara ed esplicita assunzione di responsabilità. Perché non sarebbe possibile, dopo aver istituito una tassa così direttamente finalizzata, nascondere i soldi, disperderli in mille rivoli, farli in sostanza sparire. Occorrerebbe dire quanti di preciso sono, come si intende impiegarli e con quali priorità. Verrebbe così in luce la semplice verità che tutto non si può fare, il nebuloso concetto di scelta acquisterebbe una sua concretezza e si inizierebbe a ragionare su che cosa va incrementato e che cosa diminuito o eliminato, anziché proseguire con la falciatrice dei tagli lineari. In terzo e ultimo luogo si potrebbe - incredibile a dirsi - parlare di investimenti. Che non vuol dire credere che la cultura si trasformi in denaro dalla sera alla mattina, cosa propria del campo dei miracoli di Pinocchio. Al contrario significa pensare ai tempi lunghi, capire che investendo in cultura si migliora la materia prima umana, l'unica che non conosce inflazione, deprezzamenti e crolli. Se questo è il fine anche una nuova tassa può persino diventare accettabile. Certo è seccante che l'idea sia venuta a Hollande...

Francia, una tassa su smartphone e tablet Così possiamo sostenere la cultura

13 maggio 2013 PARIGI - Ancora una volta, la Francia potrebbe essere la prima nazione a sperimentare un nuovo sistema per finanziare e difendere l' industria culturale. Il governo sta infatti pensando di applicare una tassa sull' acquisto di tablet e smartphone, il cui ricavato andrebbe poi a sostenere artisti e autori delle opere fruibili sugli stessi supporti tecnologici. È una delle proposte contenute nel rapporto commissionato qualche mese fa dal presidente Hollande - e che verrà presentato oggi - , proprio per cercare soluzioni alla crisi del settore, sempre più colpito dal download illegale e dalla cultura "free", gratis, delle nuove generazioni. A sostenere l' idea, destinata a far discutere, è Pierre Lescure. Il giornalista-imprenditore, che aveva contribuito al lancio della tv a pagamento Canal+, è stato scelto da Hollande per studiare misure in favore della protezione del diritto d' autore. L' intenzione è anche quella di archiviare il cosiddetto sistema Hadopi, varato dall' ex presidente Nicolas Sarkozy e basato su pesanti sanzioni per la pirateria online. La Francia è stata infatti, quattro anni fa, la prima nazione a scegliere un approccio così severo sulla difesa del copyright. Ma già in campagna elettorale Hollande aveva promesso di "superare" il sistema Hadopi, molto impopolare tra i giovani e considerato anche inefficace da una parte degli esperti. Secondo Lescure bisogna arrendersi all' evidenza: è complicato convincere i francesi, soprattutto le nuove generazioni, a versare qualche euro per poter scaricare legalmente un discoo un film. D' altra parte, però, molte persone sono disposte a pagare dai 400 euro in su per avere un iPad o un Galaxy. Da qui la proposta rivoluzionaria: far pagare un piccolo balzello su ogni prodotto tecnologico. Questo nuovo canale di finanziamento permetterebbe di avere ricavati sicuri, vista la diffusione dei prodotti tecnologici. L' altro aspetto della proposta è coinvolgere Apple, Google e Amazon nel loro duplice ruolo: produttori delle nuove tavolette ultratecnologiche ma anche diffusori dei contenuti culturali online. Non è sicuro che questa proposta riuscirà a mettere d' accordo tutti. Di certo, però, il governo vuole difendere la famosa "eccezione culturale", che dà il titolo al rapporto di Lescure. L' espressione venne coniata negli anni Ottanta dai socialisti, in particolare dall' ex ministro della Cultura Jack Lang, per definire la politica di Parigi che poneva una serie di limiti alle leggi del mercato in campo culturale. Il sistema inventato all' epoca, e che ha funzionato fino adesso, prevede che gli operatori del mondo culturale, dai cinema alle radio, versino una parte dei ricavati in favore degli autori. Da quando i supporti digitali hanno cambiato anche la diffusione delle opere è diventato urgente trovare un nuovo sistema.

Dall'inviato ANAIS GINORI

Fonte: www.repubblica.it

Londra, Berlino: entro l'anno il database unico per gestire i diritti musicali

- Uffici e quartier generale a Londra, centro operativo a Berlino. Si avvicina il lancio del Global Repertoire Database (GRD), ambizioso programma destinato a gestire a livello mondiale la catalogazione delle opere musicali e della loro proprietà al fine di facilitare la gestione dei diritti e la concessione delle licenze e di ridurre drasticamente gli ingenti costi legati alla duplicazione dei dati su sistemi e software diversi.

Il progetto, gestito da Deloitte, è promosso dal GRD Working Group, organizzazione che include 14 aziende tra società di edizioni musicali, agenzie di collecting, associazioni di categoria, servizi di musica digitale e operatori di telefonia mobile: ne fanno parte, tra gli altri, Universal Music Publishing, Sony/ATV/EMI Publishing, Warner Chappell, iTunes, Google, Rara.com, Omnifone, ASCAP e  BMI (le società degli autori americane), GEMA (Germania), SACEM (Francia),  PRS For Music (Regno Unito), SGAE (Spagna) e SIAE.

L'ufficio londinese, che aprirà nel corso dell'anno, provvederà al business development e all'amministrazione mentre il centro berlinese curerà registrazione ed elaborazione dei dati. "Il Global Repertoire Database è necessario per garantire l'effettivo funzionamento nel 21mo secolo dei sistemi di licenza e di gestione dei diritti e delle procedure di pagamento delle royalty sulle opere musicali", ha spiegato in un comunicato Kenth Muldin, presidente della confederazione internazionale delle società degli autori e compositori CISAC. "Un'unica e autorevole panoramica globale sulla proprietà musicale, accessibile in tempo reale, significherà che chiunque voglia allestire un servizio musicale lo potrà fare più rapidamente: ciò implica un maggior numero di scelte legali a disposizione dei consumatori e degli appassionati di musica e un modo più efficiente di identificare coloro cui spetta una royalty per l'uso della loro musica".

"Crediamo che questo sviluppo rappresenti un grande passo avanti per chi ha come parte integrante del suo core business la licenza dei diritti musicali", ha aggiunto l'amministratore delegato del servizio di streaming Rara.com, Jez Bell. "Anche se non possiamo aspettarci che il GRD risolva tutte le sfide legate alle licenze che il digitale ci presenta, un unico database delle opere musicali con visibilità globale ci porta sicuramente più vicino a un sistema user-friendly e dimostra che l'industria intera è in grado di collaborare in modo efficace".

Fonte: www.rockol.it

Maggio via al piano dei tagli subito 75 licenziamenti

13 maggio 2013 Firenze - Il corpo di ballo è stato cancellato. I sindacati: "Accordo impossibile". Per 44 lavoratori a tempo determinato che hanno fatto causa e probabilmente saranno reintegrati si profila una nuova uscita. Il comissario: "Non c'è alternativa".
Che sarebbe stato un colpo duro i sindacati e i lavoratori del Maggio se lo aspettavano. Ma non fino questo punto. Non è dura, è durissima la ricetta salvaMaggio che il commissario Francesco Bianchi ha finalmente declinato ieri in numeri, dopo averla annunciata fin dal marzo scorso: o si trova un accordo di ristrutturazione o si chiude. Non ci sono scelte, dice Bianchi. La pillola non è amara, è drammatica: 75 licenziamenti subito per un risparmio di 3 milioni l'anno sui 18 spesi per il personale a tempo indeterminato: la spesa massima dovrà scendere a 15 milioni per tutto il personale a tempo indeterminato. Con tutta probabilità altri 44 licenziamenti arriveranno in un secondo tempo. Se, come la Fondazione giudica certo, i 44, che hanno lavorato a tempo determinato anche per anni, vinceranno le cause che hanno intentato per aver il posto fisso, come il tribunale del lavoro ha ingiunto. A quel punto la vittoria si trasformerebbe in una beffa: assunti e subito licenziati, si sa già in anticipo. Con un totale a quel punto di 119 licenziamenti e 4 milioni e mezzo di risparmio esclusivamente sul costo del lavoro. L'organico, che i sindacati sottolineano già diminuito di 80 unità in meno di due anni, dovrà essere comunque di 273 persone contro le 352 attuali o le 396 se i 44 vincessero la causa.

I numeri sono crudeli: 16 ballerini fissi licenziati, chiuso l'intero corpo di ballo. Annullate la portineria e la biglietteria che verranno affidate a ditte esterne. Via del tutto anche il laboratorio scenografico, via un maestro collaboratore, fuori 15 amministrativi, 23 operai, 20 tecnici. Risparmiati solo coro e orchestra. Il coro resterà fermo a 72 coristi, meno dei 98 previsti dall'organico attuale ma senza nessun taglio. Anche l'orchestra non salirà ai 115 elementi previsti dall'organico ma da 93 passerà a 96 elementi. Questo è quanto. Altra alternativa secondo Bianchi non c'è. Se non la chiusura. E il tempo per decidere è breve. O i sindacati fanno l'accordo o il commissario precederà ai tagli secondo la legge 223 dei licenziamenti collettivi. Prima di giugno in modo, dice, da poter chiedere alle banche un prestito per pagare almeno 7 milioni che sono solo una parte dei debiti lasciati dall'ex sovrintendente Colombo con Irpef e enti previdenziali. E dopo avere chiuso il 31 maggio il bilancio 2012 con 3 milioni di buco.

"Accordo impossibile se le condizioni sono queste  -  dice Paolo Aglietti, Cgil  -  Stiamo parlando di 119 licenziamenti e noi non firmeremo mai un accordo che contempli la parola licenziamento: se lo vogliono la devono togliere. Questa ormai diventa una grande vertenza per la difesa del lavoro. Oltretutto in tempi in cui il lavoro manca e il problema dell'occupazione è il principale. Chiederemo agli enti pubblici locali se sono d'accordo con questa insopportabile macelleria sociale". La Cisl è sulla stesa lunghezza d'onda. Che i problemi del teatro siano gravi i sindacati lo riconoscono: "Siamo disponibili a trovare insieme una soluzione". Purché, aggiunge Aglietti, "gli errori della dirigenza e l'impegno per il risanamento non ricadano sempre e solo sulle spalle dei lavoratori". Bianchi dice che non ci sono margini né risorse in cassa, che il teatro non ha futuro altrimenti. Dice anche che se i sindacati gli faranno una controproposta che assicuri lo stesso risparmio, lui è pronto. Ma una controproposta per risparmiare circa 5 milioni (compresi i 44 potenziali assunti) sul costo del personale non ci sarà. Oggi Cgil e Cisl si riuniscono in assemblea. Cercheranno di coinvolgere anche Fials (gli orchestrali) e Uil e decideranno la risposta e le eventuali forme di mobilitazione.

di Ilaria Ciuti

Fonte: www.repubblica.it edizione di Firenze

 

“CULTURA E SOLIDARIETA’ IN SICUREZZA” LO SLOGAN DELLA 22° ASSEMBLEA NAZIONALE ASSOMUSICA DAL 14 al 16 MAGGIO 2013 A ROMA

13 maggio 2013 - “Cultura e Solidarietà in Sicurezza”, questo lo slogan della ventiduesima Assemblea Nazionale di Assomusica, l’Associazione Italiana degli Organizzatori e Produttori di Spettacoli Musicali dal Vivo, che si terrà da domani (e fino al 16 maggio) a Roma, presso la sede nazionale dell’Agis in via di Villa Patrizi. Ricco il programma della tre giorni di lavori.

Si partirà il 14 maggio, alle ore 11.00, con il Seminario "Digital Music Marketing”, aperto a tutti i soci e loro collaboratori, durante il quale si discuterà dell’utilizzo dei social network nella promozione di eventi e spettacoli.

Poi, nei giorni 15 e 16 maggio, l’Assemblea si riunirà in forma privata, riservata ai soli Soci, per discutere e deliberare su una serie di punti all’ordine del giorno, tra cui: la Convenzione con Assoutenti (Associazione Nazionale a difesa dei Consumatori), una Modifica Statutaria in merito alla Contrattazione Nazionale sulle tematiche del Lavoro, la richiesta di riconoscimento giuridico dell’Associazione, la nomina dei nuovi Collegi dei Probiviri e dei Revisori dei Conti.

Durante questa ventiduesima Assemblea, presieduta dal Presidente dell’Associazione Vincenzo Spera, che tirerà le somme del suo primo anno di presidenza, sono previsti gli incontri con i responsabili europei dei social network Youtube e Facebook, con il dottor Vincenzo Santoro, Responsabile Ufficio Cultura, Sport e Politiche Giovanili dell’ANCI Nazionale, che illustrerà le linee generali del Protocollo d’intesa sottoscritto tra ANCI ed Assomusica, e con il dottor Furio Truzzi, presidente di Assoutenti.                                                                                                                                                                                

“Lo slogan che abbiamo scelto per questo importante appuntamento dell’ Associazione, oramai a ben diciassette anni dalla sua fondazione – ha detto Spera – sintetizza e conferma l’impegno costante dei nostri professionisti e dell’intero comparto dello spettacolo musicale dal vivo a produrre Cultura, a sostenere importanti progetti di Solidarietà e a profondere il massimo sforzo per la Sicurezza in ogni fase della preparazione e dello svolgimento dei nostri eventi. Obiettivi di assoluta priorità che si affiancano allo sforzo prodotto ogni giorno da Assomusica e dai suoi associati di ogni regione italiana per la crescita del settore e il miglioramento delle condizioni lavorative in tutto il Paese. Da questa Assemblea porteremo avanti con determinazione la necessità del nostro riconoscimento giuridico, allo scopo di tutelare le nostre aziende, i nostri occupati, la creatività italiana e il pubblico dei nostri eventi: milioni di italiani di ogni età che affollano teatri, palasport, stadi e piazze per assistere ai nostri spettacoli!

Siamo certi – conclude Spera - di poter trovare anche nella Direzione Generale dello Spettacolo e nel nuovo Ministro alle Attività Culturali, onorevole Massimo Bray, al quale invio gli auguri sinceri di buon lavoro da parte di tutti i nostri associati, attenti e preziosi interlocutori Istituzionali con cui dialogare per il raggiungimento di obiettivi utili all’intera Industria italiana della Cultura e dello Spettacolo, ma soprattutto a milioni di cittadini, in prevalenza giovani, per i quali la musica è emozioni e, ancor di più, un importante momento di aggregazione, crescita e formazione. Cultura, Solidarietà e Sicurezza: tre parole chiave che possono certamente aiutare il Paese a superare questo difficile fase della sua storia; una storia in cui l’Arte l’ha reso riconoscibile e unico al mondo!”.     

 

Ruggero Pegna

 

Ufficio ComunicazioneAssomusica Associazione

        

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