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Brasile, proposta di legge per regolare l'industria dell'hip hop

Quelli che vengono definiti tecnicamente regulated market, mercati controllati, riguardano solitamente asset nazionali che, per ragioni strategiche, vengono sotratti dallo stato al libero mercato per essere posti sotto un controllo governativo più o meno parziale: è successo, in passato, con le risorse energetiche, l'industria farmaceutica e le assicurazioni, e tra non molto, in Brasile, potrebbe succedere con la discografia rap.

Ad avanzare la proposta presso il parlamento carioca è stato Romário de Souza Faria, ex asso del pallone e campione del mondo con la selecao ai Mondiali americani del '94: oggi deputato in quota alla sinistra alla camera di Rio de Janeiro, il già calciatore ha presentato un disegno di legge che se approvato porrà sotto controllo statale l'attività di MC, beatmaker e Dj.

Come riferito da Spin, tutte le attività ascrivibili all'universo hip hop - compresa quella dei graffiti - saranno ufficialmente riconosciute dal governo (non è chiaro, al momento, se per mezzo di un albo professionale), per mezzo di certificazioni rilasciate da insegnati di canto riconosciuti o dopo aver provato l'esercizio della professione per almeno dodici mesi consecutivi. Una volta riconosciuti operatori dell'industria hip hop brasiliana, ci si potrà riferire ad una sorta di contratto nazionale della categoria, che prevede trenta ore lavorative a settimana (con straordinari pagati il doppio rispetto alla paga ordinaria).

I buoni propositi di Romario - che in un comunicato ha voluto spiegare di provare a "valorizzare i nostri giovani che vivono e respirano hip hop" - hanno sollevato, come era logico aspettarsi, non poche critiche: come riferisce il quotidiano Folha de S. Paulo su Facebook è già stato creato un gruppo - al quale hanno aderito circa 1800 persone - pronto ad opporsi alla proposta di legge.

Ultima modifica ilVenerdì, 14 Febbraio 2014 13:59